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Il Sindaco Fanfani ha illustrato stamani la variante al Prg

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Il Sindaco Fanfani ha illustrato stamani la variante al Prg

AREZZO – Il Sindaco Fanfani ha illustrato stamani la variante al Prg che dovrà fronteggiare il mancato rispetto del termine del 19 dicembre previsto per l’approvazione del Piano Strutturale. Le sanzioni regionali che a quella data entreranno in vigore hanno reso necessario questo strumento soprattutto a tutela del “patrimonio edilizio esistente” e dei “luoghi strategici”. Il Sindaco ha ricordato il percorso che ha portato a questa opzione, un percorso partecipato con gli ordini professionali che si sono dimostrati in linea con la scelta dell’amministrazione comunale.
L’opposizione è intervenuta innanzitutto con Stefano Baldi (Fi): pur d’accordo sulla salvaguardia degli edifici storici, il metodo prescelto dall’amministrazione “non è urbanisticamente efficace per correggere gli errori di schedatura”. In pratica, circa 400 edifici di nessun valore storico devono sottostare a un regime restrittivo. Insomma, “per salvaguardare gli edifici storici, si puniscono centinaia di cittadini le cui proprietà non hanno tale qualifica”. In ragione di questo, Baldi ha chiesto la sospensione della variante considerando anche la contrarietà pubblicamente espressa dagli ordini: “lasciare inascoltata la voce dei professionisti è un grave errore che lascia interdetti sulla tanto sbandierata dalla maggioranza volontà di partecipazione”.
Raffaello Giorgetti (Fi) ha paventato il blocco totale dell’economia cittadina a seguito della mancata approvazione del piano strutturale e il problema del mancato introito per l’amministrazione dei proventi da oneri concessori.
Marco Manneschi (Città aperta) ha criticato l’idea di fondo che lo sviluppo di una città coincida esclusivamente con lo sviluppo edilizio. “Semmai il contrario, visto che gran parte della classe imprenditoriale aretina si è riconvertita, dato l’incentivo all’edilizia degli ultimi ani, verso la pura rendita immobiliare: dunque, non è attività produttiva cementificare una città”. Semmai occorre riorientare il piano strutturale verso un’edilizia di qualità, estendendo la variante che il Consiglio è chiamato ad approvare anche alle zone agricole evitando che il territorio sia fatto oggetto di uno sviluppo irrazionale. “Un importante gesto simbolico potrebbe essere, ha concluso Manneschi, il conferimento della cittadinanza onoraria per Roberto Saviano che con il suo coraggioso libro-denuncia “Gomorra” evidenzia quanto sia da stigmatizzare lo sviluppo quantitativo dell’edilizia e le difficoltà delle attività realmente produttive che esso provoca”.
Mario Bruni (Ds) ha messo in risalto che la variante è una riedizione condivisa con gli ordini professionali di forme tutelari di un patrimonio edilizio e non il blocco di un motore economico. Con un emendamento ad hoc, Bruni ha illustrato l’intenzione di salvaguardare ulteriori interventi edilizi, tra i quali varianti non essenziali a dichiarazioni di inizio attività e a permessi di costruire, interventi posti in essere dalle pubbliche amministrazioni e quelli derivanti da piani attuativi approvati prima dell’adozione della variante in questione.
Marco Bianchi (Rifondazione) ha ricordato quanto siano importanti per la politica urbanistica la trasparenza e la conformità alle normative. La capacità di programmare il territorio e gli strumenti per farlo ci sono. L’importante è che gli interessi privati non configgano con quelli della collettività.
Per Marco Tulli (Verdi) la speculazione edilizia non può diventare il motore dell’economia di Arezzo. Serve invece un’idea nuova di città, coraggiosa e lungimirante con attenzione alle forme e all’armonia. E per raggiungere tali finalità occorre intervenire con radicalità.
Paolo Enrico Ammirati (An) ha voluto dare la sua interpretazione al quadro politico conseguente a questa variante. Il primo atto che l’amministrazione doveva fare, era mettere un punto fermo sul piano strutturale come An aveva indicato. “Il dato politico allora, è che la Giunta Fanfani non mantiene fede ai patti stretti con l’elettorato. Non approvare il piano strutturale nei termini previsti, significa fermare la città”.
Alessandro Arcangioli (Margherita) ha rimandato le accuse al mittente rilevando anzi che “grazie ad Ammirati l’aula del Consiglio Comunale ha ascoltato il più incisivo attacco alla politica del centrodestra degli ultimi sette anni. Scopo della variante è proprio superare i problemi ereditati dalla passata amministrazione al contempo tutelando l’intera cittadinanza”.
Alessandro Ghinelli (An) ha sottolineato che la delibera in realtà ha una valenza meramente tecnica e aver gravato da previsioni lugubri sulla speculazione immobiliare l’attività edilizia, come soprattutto hanno fatto Tulli e Manneschi, “significa non conferire l’angolatura giusta alla discussione”. L’attività edilizia in realtà rende appetibili anche le opere pubbliche di contorno, hanno cioè capacità di creare un sistema complessivo di sviluppo che stimoli soggetti pubblici e privati ad aderire a una crescita generale della città.
Nella sua replica, il Sindaco Giuseppe Fanfani ha rilevato che le critiche alla propria amministrazione sarebbero dovute venire se questa variante al vecchio Prg non fosse stata presentata. Essa si inserisce nell’ambito della logica introdotta dallo stesso piano strutturale, una logica di tutela di tutta una serie di problemi urbanistici, ma anche derivanti da mancati introiti da Ici specie per sottotetti e seminterrati. Per questi due tipi di vani di immobili interverrà il regolamento urbanistico con una disciplina adeguata ma nel frattempo cittadini privati che avevano programmato investimenti e studi professionali con i relativi progetti pronti dovevano essere salvaguardati. Sulla ristrutturazione nelle zone agricole, la domanda da porsi è questa: “è mai possibile che un comune debba abdicare da un ruolo di attenzione nei confronti di campagne ancora in gran parte bellissime? L’amministrazione non intende bloccare nulla perfino in queste aree ma nel passato si sono create situazioni eccessive, magari partite da manufatti senza alcuna dignità edilizia trasformati in ville al termine di un percorso poco virtuoso”.
Nelle zone agricole, sostituzione edilizia e ristrutturazione sono sia interventi soggetti a diversi titoli autorizzativi sia due concetti normativi che necessitavano un’autentica interpretazione. “L’abbiamo introdotta grazie alla collaborazione degli ordini professionali, dopo di che ne abbiamo scritto sempre assieme una definizione condivisa. Oltre ai professionisti del settore, la strada seguita è stata quella di coinvolgere l’opposizione sia in Cat sia sotto il profilo della salvaguardia del lavoro da essa svolto quando, come maggioranza, ha redatto il piano strutturale che questa variante mette in salvo dalla decadenza”.

La delibera è stata approvata con 22 voti favorevoli e 10 contrari.