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Inceneritore: no alle scorciatoie

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AREZZO – “Pensavamo che fosse venuto il momento di iniziare a parlare di Piano Industriale, secondo gli impegni presi da ATO 7 all’inizio dell’anno. E magari ci aspettavamo – coerentemente con quanto indicato dalla Legge e dal Piano regionale – che in tema di rifiuti fossero attivati adeguati momenti di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini e delle comunità locali interessate, soprattutto quelle individuate come sede degli impianti (leggi San Zeno).

Niente di tutto questo. Da ATO il silenzio più assoluto. Ma intanto ecco che la CISL, per bocca del suo segretario Badii, rompe gli indugi e facendo proprie le richieste dell’associazione industriali ci dice che serve un nuovo inceneritore. Si riapre così la classica contrapposizione “inceneritore sì – inceneritore no”. In altri termini non si discute di gestione dei rifiuti e un nuovo inceneritore rappresenta solo una “scorciatoia”, comoda soprattutto per chi non voglia cambiare nulla nel sistema di raccolta dei rifiuti.
È pur vero che il piano provinciale prevede il raddoppio della linea, ma è altrettanto vero che quel piano avrebbe dovuto trovare conferma nel piano industriale e non solo.

Non voglio esprimere un “No” aprioristico a un nuovo inceneritore. Ma vorrei capire sino in fondo se il raddoppio sia veramente indispensabile. E per farlo dobbiamo iniziare a discutere dei numeri, della produzione di rifiuti a livello provinciale, degli obiettivi sulla raccolta differenziata, delle politiche di riduzione dei rifiuti, di distribuzione e consumo delle merci, di imballaggi e via dicendo. E se non chiediamo troppo, vorremmo anche discutere di salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Una seconda questione riguarda l’intera area di San Zeno. La Circoscrizione ha già avuto modo di richiamare la massima attenzione su una realtà già fortemente provata e per la quale gli strumenti di pianificazione locale prevedono nuovi interventi di notevole impatto ambientale, mentre all’orizzonte non si intravedono iniziative in grado di sostenere maggiormente la qualità della vita dei suoi abitanti.

Da molti mesi, oramai, a San Zeno è un’emergenza continua, ogni giorno che passa gli abitanti sono chiamati a fronteggiare nuovi disagi e nuove “sfide”. Oggi la Green Planet, domani la Safimet, poi il raddoppio dell’inceneritore, poi ancora la Uno A Erre, la Cadla, la nuova viabilità per San Giuliano, l’ampliamento della zona industriale, il sito per le attività insalubri, e così via.
La rincorsa quotidiana alle singole emergenze ambientali a San Zeno è più che comprensibile ed è giusto che cittadini, comitati e istituzioni continuino a contrastarle, ma è altrettanto importante non perdere di vista il problema di fondo, cioè lo sviluppo futuro di quell’area e il prezzo complessivo che gli abitanti saranno chiamati a pagare.
Credo che sia giunto il momento di fermare lo sviluppo incontrollato della zona industriale e per farlo abbiamo bisogno di mettere un punto fermo chiedendo a Comune e Provincia di avviare un confronto pubblico sul futuro di San Zeno, sospendendo, nel frattempo, le concessioni per nuovi insediamenti”.

Il Presidente della Circoscrizione Rigutino, Pier Luigi Amorini

Articlolo scritto da: Comune di Arezzo