Home Cultura e Eventi Cultura Nasce a Firenze il Museo Nazionale della Fotografia

Nasce a Firenze il Museo Nazionale della Fotografia

0

Mancava all’Italia un museo nazionale della fotografia. Adesso c’è. Nasce a Firenze ed è legato al nome della Fratelli Alinari, l’atelier fiorentino di fama internazionale. Si chiamerà infatti MNAF, Museo Nazionale Alinari della Fotografia, e sarà inaugurato il 28 ottobre. Sede in piazza Santa Maria Novella nello storico complesso delle Leopoldine, strutturato in 7 sezioni ricche di rare immagini, strumenti e preziosi oggetti d’epoca, conterrà anche una novità scientifica assoluta: le foto che i ciechi possono vedere. Con l’inaugurazione debutterà Vu d’Italie 1841-1941. I grandi Maestri della fotografia italiana nelle collezioni Alinari, la prima delle mostre a tema che animeranno periodicamente la vita del museo.

L’iniziativa, destinata a fare di Firenze una delle capitali mondiali della fotografia e a lanciare un nuovo filone di turismo culturale, è stata presentata stamani in Palazzo Vecchio dai rappresentanti dei tre enti promotori, per il Comune (proprietario delle Leopoldine) il sindaco Leonardo Domenici, per la Fondazione Alinari e per l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze i rispettivi presidenti Claudio de Polo ed Edoardo Speranza. Al professor Italio Zannier, noto storico della fotografia, il compito di illustrarne i contenuti.
Il progetto è dell’architetto Armando Biondo (Studio Arktre), l’allestimento dell’architetto Luigi Cupellini, l’ideazione scenografica del regista premio Oscar Giuseppe Tornatore. Due le aree espositive: la prima per le mostre temporanee (è già pronto un importante calendario); l’altra, per le esposizione permanenti, è ideata come percorso storico-contemporaneo e realizzata con criteri scientifici e didattici attingendo alle ricchissime collezioni Alinari.

Il percorso inizia dal 1839, anno dei primi dagherrotipi, e approda alle immagini digitali e ai fotocellulari dei giorni nostri. E’ un itinerario di grande fascino che attraversa l’epoca dei pionieri, il mondo nuovo dell’immagine tecnicamente riproducibile che rivoluziona le possibilità di conoscere e vedere, gli anni del boom, dei progressi tecnologici incalzanti che creano un mercato accessibile a tutti, della fotografia che raffina il suo linguaggio fino a diventare arte, dei gadget infiniti. Centinaia le fotografie rare, gli oggetti vintage, le apparecchiature del passato e quelle più moderne.
Uno dei fiori all’occhiello del MNAF è il percorso per non vedenti, museo nel Museo dedicato a una collezione di 20 immagini ricreate in rilievo per essere viste dai ciechi attraverso il tatto. E’ un esperimento realizzato per la prima volta al mondo, in collaborazione con la Stamperia Braille della Regione Toscana.
Con il presidente de Polo fa parte dello staff di vertice del MNAF la direttrice scientifica Monica Maffioli, affiancata nella curatela delle sette sezioni da un comitato composto da alcuni dei maggiori esperti internazionali (tra gli altri Italo Zannier, Charles-Henri Favrod, Guido Cecere, Maurizio Rebuzzini, Ferruccio Malandrini, Luigi Tomassini, Maria Possenti).

“Il MNAF”, ha detto il sindaco Domenici, “è un nuovo tesoro di Firenze, un museo della modernità di eccezionale valore culturale. Consente peraltro alla città di riscattare nel migliore dei modi da un pericoloso degrado lo storico complesso delle Leopoldine. Il quale, una volta del tutto restaurato, ospiterà anche il Museo del Novecento dedicato all’arte contemporanea italiana”.
“Si realizza finalmente un sogno che abbiamo coltivato per anni”, ha aggiunto de Polo, “Un’azienda storica d’eccellenza fiorentina come la Fratelli Alinari, nota in tutto il mondo, è orgogliosa di dare finalmente all’Italia il suo museo nazionale della fotografia”.
“Un grande museo dedicato alla più giovane tra le arti figurative, l’arte della fotografia, non poteva che nascere nella città forse più famosa per i beni culturali”, ha concluso Speranza, “Con Claudio de Polo ci siamo impegnati a coprire un vuoto. Oggi festeggiamo il successo.”

Le sette sezioni del Museo

1. Le origini della fotografia, a cura di Monica Maffioli
(1839-1860) Le prime immagini su lastra d’argento, i dagherrotipi, realizzati dopo l’annuncio dell’invenzione di Daguerre (7 gennaio 1839) e il quasi coevo proporsi delle prime stampe fotografiche tratte dai negativi di carta (i calotipi), attraverso una selezione di opere suddivise per generi, vedute di paesaggi e monumenti, ritratti, composizioni artistiche, testimonianza dell’opera di alcuni nomi eccellenti del periodo pionieristico della nuova invenzione.

2. L’età d’oro della fotografia, a cura di Italo Zannier
(1860-1920) Sono gli anni in cui la tecnica si evolve, gli atelier si moltiplicano in tutta Europa e la fotografia si afferma come arte autonoma. Vedute di paesaggi e riproduzioni di opere d’arte rispondono a una richiesta di immagini souvenir da parte dei viaggiatori del Grand Tour, i ritratti a quella delle famiglie. Con il Novecento inizia la sperimentazione di nuovi linguaggi espressivi e tecnologie e il confronto con le grandi correnti artistiche.

3. L’avvento delle avanguardie, a cura di Charles-Henri Favrod
(1920-2000) La fotografia, ormai emancipata, non chiede più soccorso alla pittura ma diviene nel XX secolo sempre più linguaggio autonomo, autoreferenziale, una delle forme espressive dell’arte contemporanea. Una selezione di opere dei maggiori protagonisti del Novecento, che hanno arricchito la nostra cultura visiva con vere e proprie icone del nostro tempo.

4. Immagini in trasparenza, a cura di Maria Possenti
Dai negativi di carta alle lastre di vetro con le diverse tecniche di sensibilizzazione, dagli autochrome e diapositive di vetro colorate a mano, alle pellicole della seconda metà del Novecento, una ricca serie di originali da osservare in trasparenza per comprendere a fondo le caratteristiche di queste importanti “matrici” della fotografia.

5. La fotografia custodita: gli album fotografici, a cura di Luigi Tomassini
E’ una rara raccolta di album delle più varie fogge, dimensioni, materiali, nonché lavorazioni delle copertine. Album creati per custodire le immagini e sottolinearne così preziosità e prestigio. Le stesse pagine interne rivelano ogni sorta di fotografie e decorazioni, con storie e percorsi sempre diversi.

6. Passo dopo passo: apparecchi fotografici dal 1839 al 2000, a cura di Maurizio Rebuzzini
Un inedito percorso attraverso gli strumenti della fotografia, dalle rudimentali prime macchine fotografiche a quelle più sofisticate diffuse dopo la rivoluzione della Kodak e il massiccio dilagare della fotografia digitale. Otto capitoli tematici e nove monografici, rappresentativi di un rilevante e significativo settore, compongono la storia evolutiva della tecnica fotografica.

7. Intorno alla fotografia, a cura di Guido Cecere
Capitolo poco comune ma ricco di spunti. La sezione presenta una raccolta di carte intestate, documenti, cartoline, pubblicità, ma anche di ceramiche, vetri, stoffe, gioielli, mobili, oggetti di vario uso, cornici comprese in quanto elementi di rilievo per la storia della fotografia. Il tutto per raccontare come i fotografi hanno commercializzato attività e prodotti e l’uso fatto delle loro immagini.