Home Politica Necessaria una radicale riforma politica

Necessaria una radicale riforma politica

0

I nuovi avvisi di garanzia, che chiamano in causa due ex presidenti della Cat e due assessori della giunta uscente, evidenziano un quadro di metastasi esteso e diffuso nell'intreccio tra politica, affari e una concezione profondamente sbagliata dell'urbanistica.
Una situazione grave che richiede cure drastiche ed appropriate. Torna sempre più attuale il nostro "pacchetto anticorruzione" presentato alla stampa fin dall'inizio di Variantopoli. Un pacchetto teso proprio a restiture trasparenza alle pratiche urbanistiche ed a bonificare una concussione ambientale i cui confini non sono ancora stati definiti. Lo scioglimento del consiglio comunale è il primo passo in questa direzione : l'averlo conseguito può consentire l'avvio di una riforma radicale della politica e dei suoi rapporti con il mondo economico e gli studi professionali. Una riforma non più rinviabile pena la definitiva separazione della politica dai cittadini e dai bisogni della comunità aretina.
In questo quadro l'avviso di garanzia a Enzo Grilli rappresenta una ferita a sinistra. Noi siamo i primi a sperare che Enzo – come per gli altri indagati indipendentemente dalla loro appartenenza partitica- possa tranquillamente chiarire e dimostrare l'estraneità ai fatti che gli vengono addebitati. La nostra solidarietà umana è totale. Ma sono questi i momenti in cui le forze dell'Unione devono dimostrare di essere diverse dal comportamento tenuto invece dal centrodestra aretino. Dobbiamo dire senza reticente che chissà parli, che la verità è un bene da perseguire anche quando è amara per la nostra parte politica, che bisogna estirpare alla radice ogni connivenza tra pubblica amministrazione ed interessi di privati o di partito.
Il caso della multisala è d'altronde, almeno a livello politico, un grave errore urbanistico che abbiamo contrastato fin dal suo nascere. I due consiglieri del Prc di allora – Alfio Nicotra e Giacomo Petrai – si trovarono a condurre una battaglia contro quello che veniva definito il "Warner Village". Ricordiamo il voto unanime del consiglio comunale con i nostri soli due voti contrari all'adozione della variante (e Maurizio Bianconi che lasciava l'aula per conflitto d'interessi in quanto legale dei proprietari dei terreni). Alle nostre richieste di conoscere quali indagini di mercato erano state fatte per sostenere l'utilità della costruzione della multisala, su quale bacino d'utenza avrebbe inciso tale struttura, su come poteva essere compatibile con una analoga autorizzazione ad un'altra multisala (ex-centro affari) a meno di un chilometro dall'area Pascione, sul fatto che pur parlando di "Warner Village" non era mai stata portata alcuna documentazione dell'effettivo interessamento della Warner Corporation ad aprire una multisala ad Arezzo, a tutte queste domande trovammo un muro di gomma e molta derisione da parte della giunta Lucherini. Bisognava costruire comunque: questo era l'ordine imperativo.
Incalzati dalla nostra iniziativa in città – riuscimmo anche a provare che la Warner Coporation non si era mai interessata ad Arezzo- alla nostra iniziale isolata battaglia si associò finalmente anche il resto del centrosinistra che in fase di approvazione votò contro la variante.
Ricordiamo infine lo strano giallo della inagurazione della multisala , ora chiamata Il Magnifico. Qualcuno dette l'autorizzazione ad inagurare la struttura nonostante non fosse terminata la viabilità di accesso. Fu un caos. L'assessore Ghinelli denunciò le inadempienze della proprietà e si domandò, in un comunicato pubblico, chi mai avesse autorizzato l'apertura della struttura in quelle condizioni. Qualcuno richiamò Ghinelli all'ordine ed infatti l'assessore ai lavori pubblici da allora tacque. Ma la domanda rimane: chi autorizzò l'inagurazione senza aver terminato la viabilità di accesso? Perchè tutta questa fretta? Chi ci stava dietro? Sulla fine del 2003 certamente non Enzo Grilli.

Articlolo scritto da: Alfio Nicotra