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Patentino per la pesca sportiva

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Patentino per la pesca sportiva

“Diamo il benvenuto ad ogni sforzo e ad ogni misura che riportino le
attività di pesca alla legalità e ad una corretta gestione del patrimonio
ittico” dichiara Michele Candotti, Segretario generale WWF Italia, a
commento della proposta dell'ICRAM di introduzione del patentino anche per
la pesca sportiva in Italia. "Ma cerchiamo anche di dare un senso di urgenza
e priorità agli innumerevoli e tardivi interventi necessari in questo
ampo” – continua Candotti – “Che dire della pesca ai datteri di mare, alle
specie sotto taglia, ai giovanili, ai grandi pelagici con imbarcazioni
fantasma, della pesca con le reti spadare o con esplosivi, della pesca nei
periodi vietati? Tutte queste sono forme di pesca illegale di dimensioni
incalcolabili che ogni giorno vengono perpetrate ai danni del nostro Mare
Mediterraneo, con gravissimi effetti sulla biodiversità marina e sulla
stessa sopravvivenza di alcune specie marine. E’ un danno per tutti, per i
pescatori in primis, ma anche per il resto della popolazione umana che
potrebbe veder presto ridotte queste risorse alimentari estremamente
preziose, sia quelle direttamente oggetto della pesca, sia altre che
verrebbero colpite da un disequilibrio degli ecosistemi".

La grande modernità delle attrezzature tecnologiche non è confinata alla
pesca sportiva, ma è ormai un enorme business nel mercato delle imbarcazioni
da pesca. E molte delle imbarcazioni che battono i nostri mari sono fuori
legge; tutto ciò rende estremamente difficoltoso l’intervento tempestivo da
parte della Guardia costiera che, ai sensi delle leggi vigenti, le può
sanzionare solo se trova le barche a pescare in flagrante.

Sono necessari passi decisivi in questo settore che comprendano una lotta a
tutte le forme di illegalità: senza interventi drastici in questo campo e
nell’intero sistema della pesca italiana, molte di queste risorse rischiano
il collasso, così come si è drammaticamente verificato per diverse specie
ittiche oceaniche (vedi la grave crisi degli stock del Merluzzo del Mare del
Nord). E assieme alla repressione è necessario ristabilire e potenziare
forme di collaborazione e lavoro comune con le associazioni dei pescatori e
autorità costiere – come nella recente iniziativa di WWF e AGCI pesca, che
il 13 luglio scorso hanno stretto un’alleanza contro la pesca illegale dando
il via alla realizzazione del primo presidio di sorveglianza permanente
contro la pesca a strascico sotto costa nel Parco Regionale della Maremma,
con l’ausilio di radar e sentinelle volontarie.

Infine, secondo il WWF, va rivista integralmente la gestione degli stock
ittici nell'intero bacino del Mediterraneo, con un'attenzione particolare
alla possibilità di creare delle zone esclusive di pesca gestite, con regole
certe, dalle comunità locali dei pescatori che ancora popolano le nostre
isole e coste e che tutti vorrebbero continuassero ad essere convinti
custodi del nostro mare: ma senza regole certe, e senza disincentivi alle
pratiche illegali, tutto ciò rimarrà nel libro dei sogni.

Articlolo scritto da: WWF Italia