Home Politica Salvare ArezzoWave, come facciamo da 19 anni

Salvare ArezzoWave, come facciamo da 19 anni

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"Nel momento in cui pare possibile il distacco di "Arezzo Wave" da Arezzo, vera e propria contraddizione in termini, voglio esprimere il mio rammarico per quello che rappresenterebbe un danno rilevante per l’immagine della città e della sua provincia, che a prima vista potrebbe sembrare motivato dal fatto che le istituzioni locali non sono in grado di tenersi il festival. A questo proposito vorrei ricordare alcuni episodi credo fondamentali nel cammino della manifestazione in questi anni. Il primo è relativo al 2003 quando, durante l’Amministrazione Lucherini, sembrava che l’edizione del festival fosse destinata a saltare. La Provincia fece da tramite con la Regione Toscana ed il sostegno regionale al festival ne consentì la realizzazione, un rapporto che fu significativamente suggellato con la presenza del Presidente della regione Claudio Martini nella serata di chiusura di Arezzo Wave 2003. Nel 2004, poi, organizzammo proprio come Provincia insieme alla Fondazione Arezzo Wave un’edizione invernale del festival al Centro Affari, proprio per rafforzarne l’immagine e riconfermarne l’importanza nei confronti della città ed anche dei suoi amministratori allora di centro destra. Due episodi che dimostrano quanto l’impegno degli enti locali, di tutti gli enti locali, sia stato in questi anni decisivo ed abbia consentito di "salvare" il festival. Per questo dico a chi oggi lancia campagne "salviamo Arezzo Wave", giuste e condivisibili, che il festival le istituzioni locali lo hanno salvato ogni anno, per 19 anni. Io non voglio credere che Mauro Valenti lasci Arezzo "solo" per una differenza di contributi economici tra quello che gli offre il Comune di Firenze e quello garantito, come ogni anno, da quello di Arezzo. Viene da sorridere se si pensa che l’edizione 2006 era stata definita quella della "riappacificazione con la città", mentre con molta più serietà, visto che è stata funestata dalla morte di un giovane frequentatore troppo spesso dimenticato, voglio dire che non può essere usato il campeggio di Arezzo Wave come pretesto per giustificare scelte che hanno ben altre motivazioni. Avere progetti più ambiziosi per la manifestazione è comprensibile, ma non può in nessun modo significare voltare le spalle ai tanti comuni del territorio aretino che hanno aderito, sostenendola, alla Fondazione Arezzo Wave Italia. Ribadisco quanto già affermato dal Presidente della Provincia: il marchio "Wave" deve rimanere ad Arezzo, se ci sarà un altro evento denominato, ad esempio, "Italia Wave" potrà essere solo aggiuntivo e non sostitutivo. Credo anche che le risorse destinate dalla Regione Toscana al festival, che quest’anno senza i tagli al Fondo Sociale dovrebbero tornare integre senza i tagli del 2006, debbano rimanere nel territorio provinciale e non possano essere trasferite altrove. Su queste basi di assoluta chiarezza si può e si deve dialogare per cercare soluzioni e gli enti locali aretini, con senso di responsabilità ma anche con fermezza, devono difendere un patrimonio che è anche loro ed una manifestazione che "Arezzo Wave" è nata ed "Arezzo Wave" deve rimanere".