ROMA – L’ennesimo sequestro di vino normale spacciato per IGT (indicazione geografica protetta) del Veneto, avvenuto tra Verona e Vicenza proprio sotto le feste di Natale, dimostra che le frodi vinicole sono lungi dall’essere debellate, anche se praticamente non ci sono più le rozze sofisticazioni di una volta con vino ottenuto da acqua, zucchero, vinacce e coloranti.
E’ quanto dichiara l’Unione Nazionale Consumatori che nel processo contro i frodatori si costituirà parte civile ai sensi della legge n. 462/1986 e dell’art. 139 del Codice del consumo. Quella dei vini correnti da tavola spacciati per DOC e IGT, continua la nota, è una frode piuttosto ricorrente che danneggia fortemente l’immagine del vino e per il consumatore comporta un danno economico, in quanto paga il triplo per un prodotto scadente.
In genere le frodi riguardano i vini più noti, a volte fatti con quelli esteri importati a prezzi stracciati da Paesi del Sudamerica, per cui secondo l’Unione Consumatori converrebbe acquistare i vini DOC e IGT poco conosciuti.