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Appalti: nuove sanzioni, solito caos

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AREZZO – Gli adempimenti, e le relative sanzioni, non vanno in ferie. Il 25 agosto 2007, quando la maggior parte delle aziende sono chiuse, è entrata in vigore la legge, n. 123 “Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia”.
Con una procedura accelerata giustificata dalle forti sollecitazioni provenienti dalle massime cariche dello Stato, il Parlamento ha definitivamente approvato in piena pausa estiva il disegno di legge recante misure in tema di tutela della salute e sicurezza sul lavoro e delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa nella stessa materia.
Si tratta nel suo complesso di un provvedimento che persegue una condivisibile finalità di miglioramento della prevenzione dei rischi lavorativi attraverso la razionalizzazione del quadro normativo.
Sono coerenti con tale obiettivo i criteri di delega orientati a garantire l’uniformità delle tutele sull’intero territorio nazionale; semplificare gli adempimenti formali per le piccole e medie imprese; potenziare gli organismi paritetici; coordinare le attività e gli indirizzi in materia di salute e sicurezza sul piano nazionale; prevedere progetti formativi ed investimenti in materia di salute e sicurezza finanziati dall’Inail; promuovere la cultura della sicurezza anche all’interno dell’attività scolastica; riordinare e coordinare le istituzioni statali e territoriali competenti in materia di prevenzione, formazione e controllo.
Molte tuttavia sono le carenze e criticità che emergono da una lettura approfondita e che rendono necessario una verifica concreta in fase di applicazione delle novità.
CNA e Confartigianato, evidenziano le enormi difficoltà che le aziende incontrano nel recepire in un lasso così breve di tempo e soprattutto coincidente con la chiusura estiva, delle novità che comportano concretamente il rischio di pesanti sanzioni.
Una su tutte è quella che prevede, a partire dal 1° settembre, l'obbligo per tutte le imprese che operano in regime di appalto e/o subappalto, in qualsiasi settore, di fornire al proprio personale impiegato in tali attività una tessera di riconoscimento, corredata di fotografia, con l'indicazione delle generalità sia del lavoratore sia del datore di lavoro.
Il nuovo obbligo interessa tutti i lavoratori (autonomi compresi) che dovranno esporre la tessera di riconoscimento, pena il pagamento a carico del lavoratore di una sanzione compresa tra 50 e 300 euro (senza diffida).
L'obbligo del tesserino vale per le imprese che occupano, nel cantiere, più di nove dipendenti e per tutti i lavoratori autonomi; nelle imprese sottodimensionate c'è l'alternativa del registro vidimato dalla Dpl (direzione provinciale del lavoro). Il mancato rispetto del predetto obbligo prevede una sanzione a carico del datore di lavoro che và da un minimo di 100 a un massimo di 500 euro per lavoratore interessato (senza diffida).
CNA e Confartigianato si domandano se le finalità di una simile rivoluzione non fossero perseguibili in maniera più efficace ed onesta mettendo le aziende nella condizione oggettiva di potersi adeguare, sia prevedendo tempi congrui, sia coinvolgendo i datori di lavoro in un percorso che da troppo tempo li vede esclusivamente come unici colpevoli di una situazione non risolvibile con l’innalzamento delle sanzioni o con la creazione di nuovi balzelli.