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Arezzo pettina Shanghai

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SHANGHAI – Nuovo riconoscimento internazionale ad un acconciatore aretino. Antonio Stocchi, Presidente regionale CNA della categoria, titolare del negozio Blow Up di Arezzo, sarà uno dei due italiani che dal 31 gennaio al 3 febbraio “lavoreranno” sulle teste delle modelle del Cosmoprof di Shanghai, nell’ambito dell’Italian Beauty Excellance. Si tratta di uno dei maggiori appuntamenti internazionali del settore della cosmesi e quello più atteso nel continente asiatico.
Stocchi prepara la valigia con le indicazioni già ricevute dalla metropoli che è, quanto a popolazione, la prima città della Cina: “dovrò preparare acconciature molto eleganti. Sia per la sera che da cerimonia. Il tutto in vista della moda della primavera estate”.
Prepara la valigia con la soddisfazione per l’incarico e con scarse preoccupazioni per quanto lascia in Italia: “i clamori sulla liberalizzazione del nostro settore – afferma Stocchi – mi sembrano sinceramente eccessivi: in molti Comuni infatti siamo da tempo impegnati nella revisione dei regolamenti disponibili ad introdurre come criterio selettivo, rispetto a nuove aperture, elementi di qualità e di distribuzione omogenea nel territorio delle attività. A questo possiamo aggiungere che da tempo non esistono più obblighi legati alla determinazione delle tariffe a livello comunale e che sono state introdotte, da molte parti, forme di flessibilità nella determinazione degli orari giornalieri al pubblico e delle giornate di chiusura”.
“Meraviglia – prosegue Stocchi – il fatto che si sollevi tutto questo can-can e che invece nulla si faccia per emanare i provvedimenti che, rendendo operative le leggi di recente approvate, sancirebbero la definizione degli iter formativi utili ad acquisire la qualifica professionale elemento questo di gran lunga più importante di tutti gli altri”.
La competenza nazionale in merito all’attività di acconciatura è “esaurita” con l’approvazione da parte del Parlamento della legge 174/05 che ha modificato la precedente normativa nazionale risalente al 1970. Ora sono quindi le Regioni e i Comuni a determinare con la massima autonomia norme e regole relative alla localizzazione delle imprese sul territorio. Non c’è quindi nulla da inventare. “Su un elemento, però, ci deve essere chiarezza – conclude Stocchi. E cioè che noi siamo disponibili a che ogni operatore possa scegliere il suo giorno di chiusura ma deve rimanere valida per tutti la regola che i giorni di apertura sono e rimarranno solo cinque”.