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Artigianato: lavoro quano mi costi

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AREZZO – I provvedimenti in materia di lavoro contenuti nella legge Finanziaria 2007 investono direttamente le imprese e quelle artigiane: per approfondire tali aspetti l’Area Aretina di CNA dedica alla materia un’assemblea aperta agli associati e non solo in programma giovedì 22 marzo con inizio alle ore 21.
Il lavoro sarà al centro della riflessione politica e tecnica alla presenza di esperti di CNA, Patronato Epasa ed Oasi Consulting.
Verrà innanzitutto trattata la delicata questione dell’anticipazione al 2007 dell’avvio delle previdenza complementare e la manovra sul TFR
“Vedere il TFR esclusivamente come massa monetaria con cui finanziare la seconda gamba della previdenza – commenta Andrea Sereni, Presidente CNA Area Aretina – vuol dire negare in maniera miope la valenza sociale che questo strumento ha avuto in tutti questi anni per i lavoratori e per le imprese”.
Se infatti è vero che si tratta di un capitale dei lavoratori, è innegabile che lasciato in azienda ha costituito per anni una fonte privilegiata di autofinanziamento per le imprese. Al tempo stesso rappresentava una garanzia al termine del rapporto di lavoro e consentiva a soggetti in condizione di debolezza di far fronte alle difficoltà legate al non avere reddito da lavoro.
“Con la riforma – ricorda Sereni – le aziende saranno obbligate, laddove i dipendenti decidano di aderire ai fondi di previdenza completare, a versare mensilmente il TFR in maturazione. Si determinerà innegabilmente un problema finanziario, che si aggiungerà ad una già cronica difficoltà di accesso al credito per le aziende artigiane. Per di più i fondi complementari difficilmente investiranno in attività produttive indirizzando la massa di denaro a loro disposizione verso società di capitali che certamente non sono tipiche del mondo artigiano”.
Ma non si parlerà solo di TFR .
“Sono soprattutto i nuovi contributi per gli apprendisti e la quintuplicazione delle sanzioni a destare le maggiori perplessità – continua il Presidente CNA Area Aretina – La Finanziaria prevede inoltre due condoni che riguardano in maniera simile i collaboratori a progetto e i lavoratori al nero, con una assimilazione che la dice lunga sulla visione che l’attuale Governo ha dei rapporti di lavoro dipendente diversi da quello a tempo indeterminato. Tutto il resto viene infatti visto come precario, apprendistato compreso. L’apprendistato che per 50 anni è stato il fiore all’occhiello del settore artigiano, consentendo l’ingresso nel mondo del lavoro di milioni di giovani senza esperienza, rischia di punto in bianco di perdere di efficacia soprattutto perchè la contribuzione obbligatoria del 10% per gli apprendisti di tutti i settori non differenziando in alcun modo la FIAT ed un’azienda artigiana finisce col vedere l’apprendistato solo nella sua valenza di assunzione agevolata dimenticandone in reale valore sociale.”