Home Politica Caro Governo ti scrivo: le circoscrizioni devono rimanere

Caro Governo ti scrivo: le circoscrizioni devono rimanere

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AREZZO – “Molte perplessità ed amarezza”: così inizia la lettera che l’Assessore Rossi ed i Presidenti delle Circoscrizioni hanno consegnato domenica al ministro Santagata. “Perplessità ed amarezza – sottolinea l’assessore al decentramento, Aurora Rossi – derivante dall’approvazione del Disegno di Legge che prevede, per un Comune come quello di Arezzo, la sostanziale chiusura delle circoscrizioni”.
Nella lettera, pienamente condivisa dalla Giunta Fanfani, si sottolinea che “proprio nello scorso dicembre abbiamo ricordato i 30 anni di esperienza politica ed amministrativa del decentramento, e l’iniziativa si è conclusa con il riconoscimento unanime del prezioso lavoro svolto dalle Circoscrizioni per avvicinare le istituzioni alla società civile, per costruire risposte partecipate per il governo della città. Insomma un ruolo insostituibile nella vita amministrativa e democratica aretina”.
E’ quindi iniziato un lavoro di ulteriore potenziamento delle Circoscrizioni, nell’ottica di una revisione del modello di governo locale, sulla base del principio di sussidiarietà, esclusività delle competenze, efficacia dell’azione amministrativa.
“Tutto questo oggi rischia di naufragare – sottolineano Giunta e Circoscrizioni – se verrà approvata la proposta del Governo. E probabilmente questo accadrà senza toccare le Circoscrizioni in altri Comuni, dove magari gli sprechi e i privilegi, che hanno dato lo spunto al Governo per costruire il DDL, sono all’ordine del giorno”.
Nella lettera si ricorda che “il gettone di un consigliere di circoscrizione supera a malapena i 20 euro a seduta, molti componenti delle commissioni non percepiscono alcun gettone, un presidente che opera a tempo pieno, ha una indennità di 1.200 euro mensili. Non sono certo queste le cifre in grado di abbattere i costi della politica. Tanto più che qui parliamo di consiglieri eletti in maniera diretta dai cittadini e non “nominati”. Diciamo piuttosto che questi sono i costi della democrazia, ossia le spese inevitabili per mantenere in funzione i meccanismi della rappresentanza”.
Se ci sono realtà dove le circoscrizioni rappresentano fonte di sprechi e disfunzioni, allora occorre darsi regole più circostanziate e precise: non vada disperso il prezioso patrimonio di esperienze e di capacità amministrativa, volto a valorizzare la democrazia della partecipazione e della responsabilità, radicato in tante città italiane ormai da decenni.
Nella lettera si sottolinea infine che “con l’approvazione del DDL il Governo ha pensato di mettersi in pace la coscienza, facendo pagare ai cittadini il prezzo degli sprechi che in altri ambiti vengono perpetrati, con l’eliminazione di uno spazio di partecipazione, l’anello più debole e sicuramente meno costoso di tutto il sistema, quello che lavora per accorciare la preoccupante distanza che c’è tra la politica e le persone, che è poi la principale ragione della crescente sfiducia popolare nei confronti delle istituzioni”.
La richiesta al Governo è quindi quella “di fare un passo indietro sul provvedimento in questione, sottolineando che la riduzione degli sprechi non può partire dal basso, penalizzando il sistema degli enti locali e il suo decentramento sul territorio”.