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Distiroidismi in gravidanza: continua l’innovativo progetto

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Distiroidismi in gravidanza: continua l’innovativo progetto

AREZZO – Nell’arte il gozzo è da sempre stato celebrato alla stregua di un segno di bellezza e alcuni capolavori, come le dame dipinte da Piero della Francesca, ne sono la più alta dimostrazione.

La sensazione che in Casentino, come area montana, possa avere una maggiore incidenza di malattie legate alla tiroide non è ancora stata confermata da un punto di vista statistico ed è per questo che la Società della Salute del Casentino ha voluto tentare di far luce sull’argomento attraverso un progetto relativo ai distiroidismi in gravidanza, finanziato coi fondi specifici per la montagna erogati dalla Regione.

La proposta, avanzata dal pool di medici costituito dalla Dr.ssa Rossella Nassi in qualità di endocrinologa, il Dr. Giulio Ozzola quale Medico di Laboratorio del Casentino, supportati dalla Dr.ssa Bartolucci, è andata nella direzione di una sorta di screening da effettuare sulle donne all’ottava settimana di gestazione che consiste in un esame della tiroide, il Tsh. Questo esame viene proposto perché permette di identificare, ad inizio di gravidanza, le donne a rischio di ipotiroidismo e quindi di iniziare subito un’adeguata e tempestiva terapia che può essere utile per ridurre od eliminare le sue complicanze (aborto, minaccia di aborto, parto prematuro, alta pressione arteriosa della madre, nascituro con basso peso corporeo, bambino con quoziente intellettivo minore della norma).

Una delle cause di ipotiroidismo è la carenza di iodio nella alimentazione e nelle acque ed il Casentino, essendo una valle appenninica chiusa dai monti, potrebbe essere una zona in cui l’alimentazione risulta povera di iodio. Tale deficit è comunque annullabile con il semplice ed economico uso del sale iodato che, per legge nazionale del 2005, deve essere presente in tutti i punti vendita di sale. Per vari motivi fisiologici ed ormonali in gravidanza e nell’allattamento, il fabbisogno di iodio aumenta e di questo devono tenere conto tutte le donne incinte. Si calcola che il 2 – 2.2% delle donne in gravidanza abbia un ipotiroidismo subclinico, cioè una situazione ormonale non conclamata che però può avere conseguenze, come già detto, sia nel prosieguo della gravidanza che sul nascituro.

Il punto della situazione ad oggi del progetto triennale è il seguente:
Al giugno 2007 l’esame Tsh è stato effettuato su 345 donne in gravidanza da circa 8 settimane. Tali donne sono tutte residenti in Casentino e sono per il 74.2% di origine italiana e per il 25.8% di nazionalità non italiana. Le donne non italiane provengono da vari continenti anche se la maggioranza è originaria dell’Europa centro Est. La settimana di gravidanza in cui è stato effettuato il test del Tsh è mediamente la ottava anche se le donne non italiane si sono presentate intorno alla decima settimana. L’età media delle italiane che hanno eseguito il test è di 32 anni e quella delle non italiane è di circa 28 anni. Il valore medio riscontrato per l’esame Tsh nelle donne casentinesi è sicuramente superiore a quanto rilevabile nella letteratura scientifica. In particolare le donne che risultavano sospette di ipotiroidismo sono il 3.19% contro una media del 2 – 2.2 % e quindi in percentuale superiore , anche se lievemente, alla media nazionale. Certamente in tali donne un supporto in sale iodato e/o, ancor meglio, medico potrà essere utile sia per il prosieguo della gravidanza che per il nascituro. In definitiva questa prima parte dello studio dimostra chiaramente che in una zona come quella del Casentino lo screening, così come concepito, può essere utile per evidenziare i soggetti a maggior rischio di complicanze gravidiche e/o neonatali con un costo economico che praticamente è irrisorio rispetto ai vantaggi che si possono conseguire.

La Società della Salute del Casentino, al fine di promuovere corretti stili di vita, intende organizzare prossimamente un incontro pubblico tenuto da medici e professionisti per sensibilizzare la popolazione sulle problematiche legate alla tiroide e lanciare una sorta di “moda alimentare” con la produzione locale di pane iodato. Della proposta – per ora solo un’idea progettuale condivisa con il Servizio Agricoltura della Comunità Montana del Casentino – si attendono interessanti sviluppi.