Home Cultura e Eventi Cultura Le produzioni agricole casentinesi in un convegno alla Mausolea

Le produzioni agricole casentinesi in un convegno alla Mausolea

0

CASENTINO (AR) – Il prossimo 7 Novembre, presso la Mausolea di Soci, a partire dalle ore 9,30 si terrà un convegno dal titolo “Valorizzazione di produzioni agricole nel territorio del Casentino” promosso da Comunità Montana del Casentino in collaborazione con Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Regione Toscana, Arsia. L’incontro ha lo scopo di rendere noti alcuni aspetti delle ricerche effettuate sul territorio casentinese dalla Comunità Montana del Casentino, per caratterizzare e valorizzare le produzioni agricole locali.

Saranno presenti al convegno oltre Il Presidente Mariottini, la responsabile del Servizio Agricoltura Emanuela Nappini e il tecnico Luca Segantini, alcuni studiosi della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, esperti del Cra Istituto Sperimentale di Viticoltura e Lagambiente con Beppe Croce. Concluderà la giornata di studio l’Amministratore di Arsia Maria Grazia Mammuccini.

La Comunità Montana del Casentino sta svolgendo da tempo approfondite ricerche tecnico- scientifiche sia sul fronte delle vecchie cultivar che sui vitigni autoctoni.

Per quanto riguarda le vecchie cultivar che popolavano il territorio già cinquecento anni fa, l’ente montano si avvale della consulenza e collaborazione fattiva della Scuola Superiore Sant’anna di Pisa. Il progetto consiste nella raccolta dei semi, che viene effettuata prelevando materiale tra le migliori piante madri autoctone per poi riprodurre tutta la filiera di coltivazione presso il vivaio storico di Cerreta vicino a Camaldoli. Le specie più rappresentative come la Mela Nesta, la Mela Biancuccia, la Mela Ruggina e tante altre, vengono individuate e schedate per non disperdere una cultura antichissima e per dare nuove opportunità ai giovani agricoltori della zona. La Comunità Montana del Casentino ha promosso un progetto di ricerca per conservare, tramite l’iscrizione ai repertori regionali e caratterizzare questo patrimonio genetico anche al fine di valutarne le potenzialità nella moderna viticoltura.

La tradizione viticola sembra fosse radicata in passato in Casentino, e la presenza ancora oggi nel comprensorio di alcuni vecchi vigneti risalenti ai primi del 900, è alla base della proposta progettuale dell’ente montano concretizzata attraverso la sottoscrizione di una convenzione con il C R A – Istituto Sperimentale della Viticoltura di Conegliano, sezione operativa di Arezzo, che ha messo a disposizione il proprio personale coordinato dal dott. Paolo Storchi.
Il progetto ha avuto avvio alcuni anni fa con una prima fase di ricognizione su tutto il comprensorio (costituito da 13 comuni) che ha portato all’individuazione di numerose “piante madre” sulle quali sono stati effettuati i primi rilievi fenologici e produttivi; con il materiale prelevato dalle piante madri e dopo la moltiplicazione per innesto, è stato costituito un vigneto collezione di circa mezzo ettaro nei pressi de La Mausolea, storica proprietà dei monaci Camaldolesi gestita dall’omonima soc. coop. Agricolo-forestale che si è assunta l’incarico della sua gestione.

Attualmente nel vigneto sono raccolte circa 100 accessioni, il 70 % delle quali rappresentate da vitigni a bacca rossa, il rimanente è a bacca bianca e se ne segnala una anche a bacca rosa.

Quasi tutte le accessioni sono state sottoposte a test genetico utilizzando la tecnica dei microsatelliti. I risultati ottenuti hanno confermato la presenza di alcune varietà autonome, cioè specifiche di questo territorio (es: Morellino o Morellone del Casentino, Sanvicetro, Sapaiola ecc); in alcuni casi si è avuta la conferma della presenza di vitigni storici e diffusi anche altrove come il Canaiolo, il Sangiovese, il Moscato Bianco (moscatello di Subbiano), il Mammolo e in altri casi è stato verificato che al nome attribuito localmente al vitigno corrispondono varietà note con altro nome e tipiche di altre realtà, come nel caso del Negretto, tradizionale vitigno delle colline romagnole e Bolognesi che localmente l’agricoltore che ancora lo coltiva lo identifica per Syrah, o il Drupeggio diffuso nelle Marche che in Casentino è chiamato Volpiccio e Bottaio.

Con la graduale entrata in produzione del vigneto sono state avviate alcune analisi sulla qualità delle uve (analisi chimica per il contenuto zuccherino, acidità titolabile e Ph) e sui mosti.

Nel 2006 sono state fatte per la prima volta alcune microvinificazioni sperimentali presso l’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Gaiole in Chianti al fine di valutare la potenzialità enologica e le prospettive commerciali dei vitigni più interessanti. Sono stati testati i seguenti vitigni: bottaio, crepolino (entrambi a bacca bianca), calabrese, morellino del Casentino (detto anche Morellone), negretto e vaiano. Particolare interesse viene rivolto verso il morellino del Casentino per il particolare profilo polifenolico espresso.

Il progetto prevede anche la rimessa a coltura del moscatello di Subbiano (uno dei 13 comuni del comprensorio), con il quale, in passato, veniva prodotto un vino filtrato dolce apprezzato anche all’estero. In particolare è in corso l’impianto di un vigneto di moscatello in comune di Capolona e in collaborazione con la Provincia di Arezzo (Ufficio promozione agricola) verranno fatte varie prove di vinificazione di questo vitigno.