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Fermiano i «I Femminicidi»

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AREZZO – La Commissione provinciale per le Pari Opportunità, attraverso la Presidente Maria Pilar Mercanti, prende posizione sui fatti di cronaca locali e nazionali di violenza contro le donne, e invita tutti i cittadini aretini a partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà il prossimo 24 novembre di Roma, per dire insieme "Fermiamo i femminicidi".

"In questo ultimo periodo – rileva Mercanti – la scena della politica Italiana è dominata dalle parole, gli enti di Governo locale e Nazionale parlano e straparlano di Pari Opportunità tra uomini e donne affannandosi a sottoscrivere qualsiasi documento che contenga "parole" pur di non compiere atti concreti e significativi. Come leggere infatti il silenzio dei media intorno alla campagna del "50 e 50 ovunque si decide" organizzata dalle donne fuori dagli schemi dei partiti ed invece il proliferare di documenti sottoscritti come la carta dell’Eguaglianza, le Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche, l’anno Europeo delle pari Opportunità? Dire che siamo stanche di parole non basta. Non basta a fermare gli stupri, tra cui quello avvenuto proprio ad Arezzo il giorno del Saracino, non basta a ridurre la forbice di ricchezza tra uomini e donne, non basta a rendere le nostre città più "sicure" e quindi più vivibili. Le donne denunciano le continue violenze e gli assassini che avvengono in contesti familiari da parte di padri, fidanzati, mariti, ex e conoscenti. E’ una storia senza fine che continua a passare come devianza di singoli, mentre la violenza contro le donne avviene principalmente all’interno del nucleo familiare dove si strutturano i rapporti di potere e di dipendenza. L’aggressività maschile è stata riconosciuta (dati Onu) come la prima causa di morte e di invalidità permanente per le donne in tutto il mondo. Il tema, soprattutto in Italia, continua a essere trattato dai mezzi di informazione come cronaca pura avallando la tesi che sia qualcosa di ineluttabile, mentre si tratta di un grave arretramento della relazione uomo donna. La violenza contro le donne non deve essere ricondotta, come si sostiene da più parti, a un problema di sicurezza delle città o di ordine pubblico. La violenza maschile non conosce differenze di classe, etnia, cultura e religione. Tale forma di violenza, che per questo noi abbiamo chiamato sessuata, è in realtà una forma di tortura con cui un genere tiene sotto controllo l’altro. La paura di tale tortura porta le donne ad automoderarsi e a viversi in libertà vigilata e come una minaccia per la propria incolumità l’affermazione dei propri diritti. Noi vogliamo autodeterminarci a partire dalla affermazione della inviolabilità del corpo delle donne, ovunque nel mondo!" Con queste premesse, la presidente della Commissione Pari opportunità invita ad aderire con convinzione all'iniziativa promossa dalle organizzazioni di donne di tutta Italia e a scendere in piazza assieme a loro – come farà una nutrita rappresentanza della Commissione provinciale aretina – per prendere la parola e affermare, non come vittime ma come protagoniste, la libertà di decidere nel pubblico e nel privato. "Scenderemo in piazza per ribadire l’autodeterminazione e la forza delle nostre pratiche politiche" conclude Maria Pilar Mercanti.