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Greenpeace: rapporto sicurezza sulla centrale nucleare Enel

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Greenpeace: rapporto sicurezza sulla centrale nucleare Enel

ROMA – Un sistema di protezione per gli incidenti mai testato, senza un vero e proprio sistema di contenimento. E' questo il punto più critico per la sicurezza, assieme ad altri cinque di rilevo e altri
sette di importanza minore. Questo quanto emerge dal rapporto Greenpeace, basato sull'ultimo documento disponibile – datato 2002 – di Slovenske Elektrarne, l'azienda slovacca divenuta per il 66% proprietà
ENEL in seguito al recente accordo con il governo locale. Questo documento è lo stesso sulla base del quale, nel 1986, l'autorità di sicurezza nucleare aveva concesso l'estensione della validità dell'autorizzazione, legittimando di fatto un impianto già pericoloso.

Per reattori simili a quello slovacco, comunque obsoleti, sono stati fino ad ora adottati due diversi approcci. In Germania, dopo la riunificazione, tutti i reattori di tipo sovietico, compreso uno appena entrato in funzione e identico a quelli previsti a Mochovce, furono bloccati perché era impossibile portare la sicurezza sul livello dei reattori di costruzione occidentale. In Finlandia, invece, la centrale di Loviisa fu riprogettata, prevedendo un sistema di contenimento di progettazione statunitense, e dotata di una strumentazione e di un sistema di controllo di produzione tedesca. Il sistema di contenimento è fondamentale sia per evitare fuoriuscite di radioattività all'esterno che per proteggere il reattore da eventi esterni, come la caduta di un
aereo.

"Nel caso finlandese, il sistema di contenimento è stato previsto sin dall'inizio e in modo che tutti i diversi compartimenti del reattore entrassero dentro alla struttura di contenimento a tenuta stagna" afferma Jan Beranek responsabile della campagna per Greenpeace Slovacchia. "A Mochovce, invece, la costruzione degli edifici è già al 70%, le mura già fatte, compreso l'alloggiamento del reattore e dei macchinari. E' impossibile, a nostro avviso, aggiungere una struttura robusta e compatta a questo stadio, a meno che parti significative vengano demolite e ricostruite ex novo", conclude Baranek.

"Attendiamo di vedere il progetto di fattibilità dell'Enel e quali soluzioni propone per inserire un vero sistema di contenimento" dichiara Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia. "In ogni caso, questo investimento è a perdere: nessuno costruirebbe nel 2007 un reattore progettato 30 anni prima", conclude Onufrio.
Intanto, nelle scorse settimane, con una cyberazione gli attivisti di Greenpeace hanno inondato la segreteria del Premier Romano Prodi con oltre 22.000 mail, chiedendo di bloccare gli investimenti dell'Enel nel nucleare sovietico a Mochovce. I Verdi Piazza e De Petris hanno inoltre presentato rispettivamente alla Camera e al Senato, due interrogazioni parlamentari per chiedere al Governo maggiori dettagli sulla vicenda.

Per scaricare il rapporto completo in lingua inglese:

Per scaricare la scheda tecnica in italiano:

Articlolo scritto da: FONTE: Greenpeace