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La sicurezza deve essere reale

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La sicurezza deve essere reale

AREZZO – Vogliamo sicurezza vera! E’ lo slogan lanciato da Coldiretti Toscana, alla vigilia della approvazione della legge in materia di lavoro agricolo che, domani, approda in consiglio regionale. Una sorta di ultimatum per chiedere ancora una volta il rinvio dell’intervento normativo fortemente contestato dall’organizzazione agricola presieduta da Tulio Marcelli.
“Non siamo contro la definizione di regole volte alla tutela degli imprenditori agricoli e dei loro dipendenti o collaboratori. Anzi. Riteniamo che la sicurezza sia sempre un valore aggiunto. Quando salvaguarda la salute dei consumatori e quando serve per diminuire i rischi nell’ambiente di lavoro. Pretendiamo però regole certe e chiare, capaci di dare risultati concreti. Inutile dire che siamo contrari a qualsiasi provvedimento utile solo a complicare la vita degli operatori, ad aggiungere burocrazia e spese, a creare pesanti svantaggi competitivi alle aziende toscane”. E’ evidente la critica contro una norma che rischia di penalizzare le aziende toscane senza raggiungere gli obiettivi e, soprattutto, senza attendere le indicazioni nazionali. “Ci dispiace rilevare – spiega ancora Marcelli – che i nostri amministratori il 29 marzo scorso, al tavolo della conferenza unificata stato-regioni, hanno detto “si” allo schema del disegno di legge “Delega al Governo per l’emanazione di un testo unico per il riassetto normativo e la riforma della salute e sicurezza sul lavoro”. La Toscana, infatti, che ha il ruolo di coordinatrice della Commissione Salute, ha espresso parere favorevole sul provvedimento, avanzando solo la richiesta di una precisazione peraltro accolta. Appare dunque incredibile che, a un mese di distanza, si contraddica, portando in discussione la sua legge: un testo regionale con cui anticipa il lavoro centrale. “Ritengo – conclude il presidente di Coldiretti – assolutamente necessario definire un metodo di lavoro e a quello attenersi, per evitare affannose corse, seguite da altrettanto inevitabili rallentamenti o, peggio ancora, disomogeneità che finiscono per avere conseguenze pesanti solo sugli imprenditori”. Sono queste le motivazioni con cui Coldiretti ha chiesto e chiederà lo stop alla proposta di legge, minacciando anche forti proteste se la sua voce non verrà ascoltata.