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Istat: la disocupazione scende in Italia al 5.7%

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ITALIA – Continua il trend di crescita dell’occupazione ma ancora una volta riguarda due terzi del paese mentre nel sud non mancano segnali di allarme.
Che cresca nelle regioni meridionali il numero di coloro che non cercano lavoro perché ormai “scoraggiati” è un brutto segnale, soprattutto se si considera che il tasso di disoccupazione rimane il triplo di quello del nord e resta attestato sopra le due cifre. Ecco perché la riduzione del tasso di disoccupazione nell’intero paese ai livelli del 1992 non può ingenerare alcun trionfalismo.
Anzi sarebbe davvero miope sottovalutare l’allarme occupazione per il sud che arriva dai dati Istat secondo i quali essa risulta ancora in calo con una perdita di altre 62 mila unità.
Il Governo guardi a questi dati come ad un sfida che si può affrontare con successo solo con misure che danno forza alle piccole imprese che sono e restano il vero motore dell’occupazione nel nostro paese. Al tempo stesso è essenziale che si aggredisca il nodo del lavoro nero e sommerso che favorisce la concorrenza sleale e mette in difficoltà le imprese che agiscono alla luce del sole.
I dati sull’occupazione confermano che la Legge finanziaria deve diventare un banco di prova ancora più decisivo per la crescita economica. Continuare a penalizzare e a non sostenere le piccole imprese significa far aumentare non il numero degli occupati ma purtroppo quello degli “scoraggiati” e non solo nel lavoro dipendente.