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L’Ulivo e il rapporto con il Socialismo Europeo

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AREZZO – “Il valore delle aggregazioni politiche nel nostro paese, oltre che condizionante per noi tutti, lo è per tutto l’intero scenario europeo.
Scavalcare con superficialità l’appartenenza a un area socialista-riformista da parte del nascente Partito Democratico, per difficoltà interne a esso, condiziona uno spostamento dell’asse politico verso il centrodestra e indebolisce quell’area riformista europea che noi dello S.D.I., insieme a chi lo vorrà, cercheremo sempre di ben rappresentare.
Dichiarasi ‘area riformista’ senza fare i conti con l’identità politica socialista ed europea, che fa parte di quel riformismo che ha contribuito più di ogni altro soggetto a costruire l’Unione Europea stessa, è una bella acrobazia soprattutto se si analizza il termine ‘riformista’ che, nonostante i tentativi di trasformarne il valore e il significato e la volontà di adottarlo da parte di molti, è definito nel seguente modo dal dizionario Garzanti: ‘Forma di socialismo che tende al rinnovamento della società attraverso riforme graduali’.
Riteniamo come SDI che in un momento dove i conflitti si moltiplicano, sia quelli d’interesse, sia quelli religiosi spinti da crescenti intolleranze integraliste, la difesa di valori e dell’identità del socialismo democratico, liberale, riformista, è strategica nel confronto culturale, confronto certamente sempre più debole, dove i ‘valori’ emergenti sono quelli del disinteresse, dell’individualismo, dell’indifferenza, dell’intolleranza.
Nel frattempo i problemi si sono ampliati, non soltanto quelli vecchi si acuiscono, ne nascono di ulteriori, scanditi dalle recenti definizioni in uso di ‘nuove povertà’, ‘precariato’, ‘insicurezza’, ‘incertezza del futuro’, fino alle prospettate catastrofi ecologiche.
Impegnarsi per la soluzione di questi problemi è un dovere della cultura socialista, affrontando soprattutto i bisogni dei più deboli e non è certamente indifferente per il raggiungimento di tale obbiettivo l’ampiezza rappresentativa di un’area riformista, sia nel nostro paese che in Europa e nel mondo.
Va rilevato che c’è un gran daffare, di più soggetti politici, a caratterizzarsi in un area laico-socialista. Questo certamente non ci dispiace, è la ragione della sinistra che evolve, ma dalle esternazioni di alcuni esponenti, non vorremmo che qualcuno per rappresentarla pensasse che bisogna essere aggregati sotto un simbolo comunista, continuando a definirsi tali e creando una divisione faziosa all’interno della sinistra. Si ignorerebbe che quest’area laica e socialista esiste, è ben definita e rappresentata, sia nel nostro paese sia in Europa, dal riformismo del socialismo democratico.
Siamo in periodo di costituenti, vi è quella del partito democratico e quella socialista, noi come socialisti aretini ci rivolgiamo a tutti coloro che sono disposti a formare un’area che rappresenti i valori che possono contribuire al miglioramento delle condizioni dei più deboli e al miglioramento complessivo della società, a valorizzare l’impegno e la meritocrazia, a contribuire a un dibattito che ridia valore alla politica della rappresentatività dei cittadini, a riportare la politica nei luoghi dove la costituzione ha definito che fosse.
Noi non pretendiamo di essere gli unici detentori della rappresentatività di questi valori citati, chiunque può essere forza attiva e contribuire alla soluzione di tali problemi sociali, comprese le svariate associazioni esistenti; certo è che noi siamo tra coloro che sentono questi valori, perché li abbiamo rappresentati da sempre e continueremo a farlo, ribadendo l’importanza e la necessità che continui l’esistenza di una bandiera sotto la quale aggregarsi per proseguire in battaglie, consolidati da più di cento anni di storia.
La perdita d’identità politica legata al Socialismo Europeo è un fatto negativo, soprattutto in una fase storica dove vi è già una perdita consistente di punti di riferimento e di valori, oltre alla esaltazione di identità che snaturano l’individuo, fino a ridurlo, in alcuni casi, mezzo di distruzione guidato da riferimenti mistici.
Riteniamo necessario aggregare volontà partecipative a un progetto di costituente politica e ci rivolgiamo a coloro che sentono il bisogno di partecipazione con la considerazione di costruire un soggetto politico su vecchi valori e nuove idee, per risolvere i vecchi e i nuovi problemi, nella volontà di ripartire dalla gente, dove ognuno conta per uno.