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La serata in Pieve di domenica 17 giugno

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AREZZO – Una notte per un futuro. La notte è stata quella, suggestiva, in Pieve. Il futuro è il ritorno ad Arezzo delle spoglie di Guglielmino degli Ubertini previsto per il prossimo anno.
La notte in Pieve è stata “segnata” dalla presenza di Vescovo e Sindaco, uniti non solo da Dante ma dalle considerazioni sui valori del pentimento e del perdono. Una serata dedicata anche alla memoria storica della città. Arezzo legata al Casentino fin dal medioevo. Con le vicende dei Conti Guidi, degli Ubertini e dei Tarlati, i loro castelli, luoghi come Gressa, Bibbiena e Poppi che recano ancora i loro austeri ricordi di quell’epoca. Legame confermato dalla presenza, in Pieve, anche del Sindaco di Poppi Graziano Agostani.
Una serata particolare caratterizzata da una molteplicità di elementi. Ecco il racconto di Pier Luigi Rossi della battaglia di Campaldino, 11 giugno 1289, lo schieramento di feditori, cavallerie e “palvesi de’ nimici”, come ebbero a dire al vescovo Guglielmino degli Ubertini, sorpreso dall’imponenza dello schieramento avversario, l’evolversi della mischia e le strategie dei due eserciti, la sconfitta per gli uni, la vittoria per gli altri. Spoglie contese e corpi mai rinvenuti, come quello del vescovo aretino, per il ritrovamento del quale Pier Luigi Rossi si è prodigato negli ultimi anni. O come il corpo di Bonconte da Montefeltro, uno dei migliori condottieri ghibellini di tutti i tempi, che Dante, nella sua immensa fantasia a cavallo tra poesia e teologia, colloca nel V canto del Purgatorio, proprio perché in punto di morte, prima che le acque dell’Archiano lo travolgessero, ebbe la forza di un’invocazione rivolta alla Madonna. Canto che il Sindaco Giuseppe Fanfani ha commentato prima di lasciare la parola al Vescovo Gualtiero Bassetti.