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La settimana della pace ad Arezzo

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AREZZO – Rientra nella settimana della Pace, del dialogo e della fratellanza fra i popoli la giornata interamente dedicata a questi temi, organizzata dalla”Commissione pace, cooperazione e diritti umani” in collaborazione con l’amministrazione comunale per sabato 6 ottobre. L’obiettivo è quello di favorire e sostenere una cultura di pace e di valorizzare la partecipazione della cittadinanza alle iniziative che promuovono lo sviluppo umano.
Si inizia alle 9 nella sala Eden di via Guadagnali con la proiezione del film “Lord of War” di Andrew Niccol, un'avventura d'azione basata su fatti reali e ambientata nel mondo del traffico internazionale di armi, con la partecipazione della scuole medie superiori.
Il pomeriggio l’appuntamento è alle 16 alla Borsa Merci di piazza Risorgimento con il saluto del Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, del Vescovo Gualtiero Bassetti e del presidente della Commissione Pace Luigi Triggiano. Il convegno proseguirà con gli interventi di Cristiano Rossi, Francesco Francini e Pierluigi Rossi che porteranno alcune esperienze sul tema “La città di Arezzo e la cooperazione”. Spazio poi all’assessore Alessandro Caporali che insieme ai consiglieri comunali Gianni Cantaloni e Luigi Triggiano e con il contributo di Piero Nibbi e del Direttore Ucoped parleranno dei “Progetti di cooperazione decentrata: Europa dell’Est, Medio Oriente, America Latina”. Interverranno inoltre il Presidente di “Rondine Cittadella della Pace”, Franco Vaccari e il Centro di Accoglienza Minori con un intervista curata da Teletruria su “L’educazione alla convivenza, la riparazione del conflitto, l’impegno delle famiglie”. Sarà la volta poi del Direttore della Caritas Andrea Dalla Verde con il tema “il recupero dei bambini soldato nella Repubblica democratica del Congo” su iniziativa della Presidenza del Consiglio Comunale di Arezzo “Restituire i bambini alla vita”. Seguirà una nuova intervista di Teletruria all’Associazione Migrantes su “Vacanze di solidarietà e promozione dei giovani”. Sarà infine Ilaria Gradassi che parlerà dell’esperienza di Teatro forum “Ricostruire”, condotto nelle scuole della provincia di Arezzo nell’ambito del progetto P.E.A.C.E.S.
Alle 18 è previsto un intermezzo musicale a cui seguirà una tavola rotonda sul tema “La politica come pace: le condizioni per un impegno autentico e credibile”. Il presidente della Commissione Pace, Cooperazione e Diritti Umani del Comune di Arezzo Luigi Triggiano sarà il moderatore degli ospiti partecipanti: l’assessore Regionale Massimo Toschi, il Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, il Presidente della Provincia Vincenzo Ceccarelli e il docente di Economia Politica all’Università La Bicocca di Milano, Luigino Bruni.
Ci sarà poi un buffet per tutti i partecipanti con assaggi tipici della cucina multietnica a cura dell’associazione Donne Insieme di Arezzo.
La giornata si concluderà con un concerto dell’orchestra popolare multietnica in programma per le 20,45 in piazza Risorgimento. In caso di maltempo l’esibizione musicale si terrà presso il Teatro Pietro Aretino in via Bicchieraia.

Iniziativa del Comune di Arezzo per un impegno autentico e credibile della città

“Non basta dire pace”: con questa premessa la Commissione Pace e l’Amministrazione comunale hanno promosso per sabato 6 ottobre una giornata denominata “La Politica come Pace” che si articolerà in vari momenti con la proiezione di un film, un convegno alla Borsa Merci ed il concerto dell’Orchestra Popolare Multietnica.
L’iniziativa è stata presentata stamani, oltre che dallo stesso Presidente della Commissione, Luigi Triggiano, dal Vice Sindaco Donella Mattesini, dagli assessori Lucia De Robertis e Aurora Rossi e dal Presidente del Consiglio Comunale, Giuseppe Caroti. Presenze per confermare il pieno impegno del Comune di Arezzo sul tema della Pace che verà ribadito con la presenza ufficiale del Comune e del suo Gonfalone alla marcia Perugia – Assisi.
“Con questa giornata – afferma il Triggiano – si intende offrire alla città, ai suoi cittadini e amministratori un momento di approfondimento sul valore della Pace che rappresenta un presupposto indispensabile per uno sviluppo equo e umano di ogni persona e di ogni popolo, in ogni contesto sociale e in ogni regione della Terra. Un valore che, per essere universale, richiede una vera conversione delle coscienze e degli stili di vita, a partire da quello personale per arrivare alle istituzioni e ai governi.”
“Sarà una occasione – prosegue Triggiano – per valorizzare l’impegno che i cittadini di Arezzo e le loro istituzioni economiche e culturali, in vario modo profondono per il dialogo e la cooperazione fra le persone e fra i popoli. Un momento per aiutarci a comprendere come la politica, con i suoi compiti e i suoi strumenti, deve rappresentare il ‘luogo primario’ dove perseguire e mantenere l’obiettivo della Pace.”
“Infine – ha concluso il Presidente della Commissione – la politica, catalizzando tutte le risorse umane, culturali ed economiche della società, ha infatti la responsabilità, di fronte all’umanità intera, di dover contribuire in maniera prioritaria, affinché la riconciliazione e la cooperazione fra i popoli si configurino come obiettivo primario e indifferibile con azioni dirette al perseguimento della giustizia, alla tutela e alla restituzione a tutti gli uomini del diritto ad uno sviluppo umano e sostenibile; in primo luogo per coloro che sono civilmente, economicamente, socialmente ed ecologicamente in conflitto.”

Dichiarazione di Luigi Triggiano, Presidente della Commissione Pace, Cooperazione e Diritti umani

La povertà, la fame, la violenza, il degrado ambientale, le varie forme di schiavitù e di esclusione sociale e politica, rimangono problemi non risolti dal modello di sviluppo fino ad ora perseguito, in particolare dal dopo guerra ad oggi. Di questo dobbiamo, con coraggio ed onestà, prendere atto.

Gli indicatori relativi al reddito pro capite, alla speranza di vita ed al grado di alfabetizzazione applicati dal 1990 in poi dalle Nazioni Unite ai vari paesi, per definirne il livello di sviluppo, ci dimostrano in maniera eloquente come la maggior parte di essi versi in uno stato di sviluppo precario ed insufficiente a garantire la dignità umana delle popolazioni.

I documenti formali dei vertici internazionali che si sono succeduti dal 1990 ad oggi ( Rio de Janeiro per l’ambiente, Il Cairo per la Popolazione, Pechino per le Donne, Roma per l’Alimentazione, Istanbul per l’Habitat e Copenaghen per lo Sviluppo Sociale) affermano principi e valori ritenuti da tutti come fondamentali e condivisi. Essi esprimono un consenso formale su dove deve andare il mondo. Fermo restando poi la facoltà di volta in volta agita dai governi e organismi internazionali di darne smentita a secondo degli interessi prevalenti e con giustificazioni ed interpretazioni di comodo.

Nonostante ciò dobbiamo ammettere che tali principi, come la Pace, i diritti Umani, la libertà, la giustizia, il lavoro, l’uguaglianza ecc , ritenuti giusti, sono quelli con cui ogni comunità deve confrontarsi. Inoltre è necessario tener presente che lo sviluppo di ogni società si basa sui valori espressi dalle proprie Carte Costituzionali, dalle proprie leggi e dai propri regolamenti che, anche se non rispettati e trasgrediti, costituiscono punti di riferimento per tutti i soggetti sociali.

Quello della promozione e della tutela dei Diritti Umani rappresenta, purtuttavia, il terreno più importante ed urgente su cui l’umanità e le politiche debbono misurarsi.

Ma “ il fiume dei Diritti – diceva Gandhi – nasce dall’ Himalaya delle responsabilità”.
La Pace dunque non la possiamo costruire con discorsi amabili e retorici ne con “ipocrisie diplomatiche “. Se vogliamo essere “operatori di pace” dobbiamo saper scendere nel cuore delle contraddizioni e dei conflitti e saperli portare dentro di noi; non certo per esasperarli ma per redimerli. Per aiutarci ed per aiutare a recuperare la capacità che c’è in ogni persona di costruire relazioni interpersonali, positive, amicali.
Il valore della Pace rappresenta un presupposto indispensabile per uno sviluppo equo ed umano di ogni persona e di ogni popolo, in ogni contesto sociale ed in ogni regione della Terra. Un valore, che per essere universale, richiede, di fronte allo stallo e alla crisi degli Organismi e delle politiche internazionali e nazionali, una vera conversione delle coscienze e degli stili di vita, a partire dal livello personale , fino a quello istituzionale e dei governi.

È l’appartenenza alla famiglia umana che conferisce ad ogni persona la cittadinanza universale, rendendola portatrice di diritti e di doveri, e non l’appartenenza ad una società democratica economicamente evoluta e fortemente armata. Se non lavoreremo intelligentemente perché tutti possano essere titolari di diritti esigibili e di doveri praticabili, non riusciremo a promuovere efficacemente azioni di sviluppo e di pace.

Per questo il titolo del nostro convegno: “ La Politica come pace”. È questa dimensione della vita dei popoli e dell’esistenza umana che oggi appare deficitaria , asfittica, involuta, inquinata, sottomessa, strumentalizzata, subordinata, espropriata. È necessario operare con la perseveranza e il sacrificio di donne e uomini autentici, coraggiosi e di buona volontà, per “potarla” delle sue incrostazioni e “depurarla” delle sue impurità, per restituirla ai suoi compiti ed alle sue funzioni autentiche.
È infatti la Politica, con i suoi compiti ed i suoi strumenti, che deve rappresentare il “luogo primario” dove perseguire e mantenere l’obiettivo della Pace, in quanto essenza stessa della sua “ragion d’essere”. La Politica, catalizzando tutte le risorse umane, culturali ed economiche della società, ha infatti la responsabilità, di fronte all’umanità intera, di dover contribuire in maniera prioritaria, affinché la riconciliazione e la cooperazione fra i popoli si configurino come obiettivo primario ed indifferibile. È con le sue azioni dirette che essa deve tendere al perseguimento della giustizia, alla tutela ed alla restituzione a tutti gli uomini del diritto ad uno sviluppo umano e sostenibile; in primo luogo per coloro che sono civilmente, economicamente, socialmente ed ecologicamente in conflitto.

Sviluppando solo scienza e tecnologia la società occidentale ha fallito e fallisce se esse non sono coniugate con lo sviluppo ed il rispetto della dignità umana. È sotto gli occhi di tutti che quando lo sviluppo economico è perseguito senza l’attenzione allo sviluppo umano, esso porta alla violenza e alla discordia.
È dunque attraverso un agire politico rinnovato che i beni, frutto della ricerca scientifica e tecnologica, vanno posti al servizio dei bisogni primari abbattendo barriere e monopoli.
Allo stesso modo i problemi della pace, della sicurezza, i problemi ambientali e della salute vanno affrontati con accordi e norme improntate a equità e solidarietà.

La Pace è il filo che lega tutte le esperienze di vita e rende manifeste le potenzialità espressive degli uomini: un viaggio lungo, faticoso ma gratificante.
È dunque indispensabile, nel nostro vivere civile e politico, introiettare la dimensione della pace nella struttura sociale delle città.

Ma per essere efficace la promozione della Pace ha oggi bisogno di una “nuova Cultura della Cooperazione” . Una cultura che impronti l’intero universo delle relazioni umane: dal livello famigliare a quello interpersonale, dei gruppi, delle istituzioni, dei governi, dei popoli.

Una Nuova cultura che trova i suoi presupposti nel superamento della “categoria del nemico” che affonda le sue radici nella cultura occidentale greca ( che pervade i totalitarismi occidentali di ieri e di oggi) dove il “nemico” non era che “altro” dal cittadino greco, il diverso, il “barbaro”, l’”hostes” : colui che “balbetta”, che non ha il “logos”, che non può “comunicare”, che “sta al di la dal fiume” e che, dunque, non può che essere respinto, annientato. Ma per passare dallo scontro alla cooperazione è necessario il riconoscimento dell’altro, della sua cultura e della sua personalità. Dobbiamo sforzarci di comprendere che l’evoluzione del pensiero occidentale e la storia dell’umanità ruota intorno alla redenzione dal concetto di “nemico” che trova un passaggio socialmente rivoluzionario nella “Rivelazione cristiana della Paternità e della Fratellanza Universale degli uomini” comunicata con l’ “esperienza della Croce” dove il “Servo dell’Uomo” infrange questa “categoria” assumendo su di sé per amore la contraddizione dell’uomo che nasconde in sé il vero nemico: “il primato assoluto dell’IO”. Egli restituisce ai nemici, ai “barbari” l’interesse per la nostra vita, svelandoci la storia attraverso lo sguardo delle vittime .

Dunque la cooperazione come stile di vita che deve accomunare tutti coloro che operano per lo sviluppo umano di volta in volta sia promotori che destinatari dell’azione di cooperazione. Una cooperazione che mantenga la sua azione al servizio delle persone e del loro sviluppo umano e sociale; che non si identifichi in cose da fare in maniera strumentale al servizio di interessi settoriali. È importante fare progetti “con” e non progetti “per”, cercando di responsabilizzare e creare reciprocità. È necessario curare e dare più spazio alle comunità locali, puntare su scambio di conoscenze e di valori. Da qui l’importanza ed il compito delle nostre Istituzioni Politiche Locali È necessario generare una cultura nuova che abbia come orizzonte la Fraternità universale e che spinga ognuno – singolo, comunità, istituzione – a desiderare il bene dell’altro come se fosse il proprio e a fare agli altri ciò che vorrebbe fosse fatto a sé.

È nella dimensione politica della vita delle persone e dei popoli che deve collocarsi tutto ciò. La Politica è una Politica di Pace quando sa avvicinare i bisogni delle persone, dei popoli e dell’umanità intera alle risorse. Quando sa far comprendere nella pratica quotidiana che l’apprendimento di buone pratiche per lo sviluppo umano è correlato alla qualità dei rapporti e dei progetti che i gruppi umani e le istituzioni sanno sostenere.