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PAC: l’Italia dovrà restituire 48,5 milioni

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PAC: l’Italia dovrà restituire 48,5 milioni

EUROPA – In virtù di una decisione adottata oggi dalla Commissione europea, gli Stati membri dovranno rimborsare un totale di 285,3 milioni di euro, corrispondente a importi indebitamente versati nell’ambito del bilancio agricolo UE. Il reintegro di questo importo nel bilancio comunitario è dovuto a procedure di controllo inadeguate o al mancato rispetto delle norme comunitarie in materia di spese agricole. Gli Stati membri sono responsabili del pagamento e della verifica delle spese effettuate nell’ambito della politica agricola comune (PAC), mentre la Commissione deve garantire che essi abbiano fatto un uso corretto dei fondi.

Commentando la decisione, il commissario per l'agricoltura e lo sviluppo rurale Mariann Fischer Boel ha dichiarato: "Abbiamo lavorato intensamente per garantire il miglior controllo possibile sulle spese agricole. La procedura di liquidazione dei conti è essenziale per fare sì che il denaro dei contribuenti sia usato correttamente e che gli importi indebitamente versati siano recuperati. Negli ultimi anni sono stati compiuti enormi progressi per migliorare i controlli e intendo adoperarmi affinché tali sforzi proseguano in futuro”.

Principali rettifiche finanziarie
La decisione odierna, la ventiquattresima dopo la riforma del sistema per il recupero degli importi indebitamente versati nell’ambito della PAC (1995), prevede il recupero di fondi dai seguenti Stati membri: Austria, Belgio, Germania, Danimarca, Spagna, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Finlandia, Regno Unito e Portogallo. Le principali rettifiche comprendono in particolare:
– 60,6 milioni di euro chiesti alla Spagna per inosservanza dei termini di pagamento nel regime dei pagamenti per la frutta a guscio;
– 53,7 milioni di euro chiesti al Regno Unito per inosservanza dei termini di pagamento;
– 48,5 milioni di euro chiesti all'Italia per inosservanza dei termini di pagamento;
– 35,8 milioni di euro chiesti alla Grecia in quanto il sistema di identificazione delle particelle agricole computerizzato (LPIS) attuato per gestire i regimi dei pagamenti diretti è risultato non del tutto operativo ai livelli richiesti e i controlli in loco sono stati effettuati troppo tardi per essere pienamente efficaci;
– 26,7 milioni di euro chiesti ai Paesi Bassi a causa del numero insufficiente di controlli sostitutivi nel regime delle restituzioni all'esportazione;
– 17 milioni di euro chiesti alla Spagna per inosservanza dei termini di pagamento;
– 8,7 milioni di euro chiesti alla Francia in relazione al programma di macellazione dei bovini di più di trenta mesi di età (OTMS), per il quale i controlli di tipo tecnico e contabile sono risultati insufficienti;
– 7,5 milioni di euro chiesti alla Francia per le lacune riscontrate nel sistema di controllo per i prestiti agevolati e nei controlli secondari sulla spesa dei programmi di sviluppo rurale.