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Per le PMI bolletta più cara rispetto ai colleghi europei

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Per le PMI bolletta più cara rispetto ai colleghi europei

AREZZO – Le bollette elettriche di artigiani e piccole imprese sono sempre più salate. Per le nostre imprese il prezzo dell’energia elettrica è il più alto d’Europa, superiore addirittura del 52,6% rispetto alla media dei Paesi Ue. Con il risultato che nel 2006 gli imprenditori italiani hanno speso in elettricità 5.925 milioni in più dei loro colleghi europei. Il dato emerge da un Rapporto realizzato da Confartigianato secondo cui, in media, ogni azienda italiana lo scorso anno ha pagato l’energia elettrica 5.932 di euro in più rispetto ad un’azienda europea e che ha stilato anche una classifica delle regioni nelle quali i piccoli imprenditori subiscono il maggiore prelievo sull’elettricità.
‘Il conto più salato lo pagano le Pmi del Nord Ovest, con un divario rispetto alla media europea di 7.919 euro/anno – spiega Giuseppe Nocentini rappresentante di Confartigianato Imprese Arezzo all’interno del Consorzio MULTIENERGIA– seguite da quelle del Nord Est e del Mezzogiorno, al Centro invece il divario pur rimanendo rilevante, scende a 4.046 euro/anno. La classifica delle regioni dove gli imprenditori hanno subito le differenze di costo più ampie rispetto all’Europa vede al primo posto la Lombardia, con un maggiore esborso annuo di 1.426 milioni. Al quinto posto la Toscana con maggiori costi pari a 399 milioni’.
E il Rapporto di Confartigianato rivela che la differenza di costi con l'Europa è cresciuta dai 3.744 milioni nel 2005 ai 5.925 milioni dello scorso anno, con un aumento del 57,8%. Inoltre, Confartigianato sottolinea che dal luglio 2003 al luglio 2006 i prezzi italiani dell’elettricità sono aumentati ad una velocità superiore a quella dei prezzi europei. Infatti, nel triennio considerato i prezzi sono saliti nei paesi Ue del 20,9% a fronte di un aumento del 31% dei prezzi italiani. Addirittura maggiore il divario per la classe di consumo delle piccole imprese (50.000 kWh all'anno): in questo caso la crescita dei prezzi in Italia è stata del 36,7%, contro il 19,0% dell'Ue, con un gap di 17,7 punti percentuali.
‘I maggiori costi dell’energia elettrica sopportati dalle Pmi italiane – sottolinea Nocentini – dipendono, oltre che dai ritardi nella liberalizzazione del mercato, anche da un sistema di tassazione dell’energia sperequato tra piccole e grandi imprese. I piccoli imprenditori pagano infatti un’aliquota media di imposta sul kilovattora che è 11,5 volte superiore rispetto a quella pagata dalle grandi aziende. Come se non bastasse, nella bolletta dei piccoli imprenditori si scaricano anche gli oneri generali di sistema che comprendono alcuni ‘sconti’ e vantaggi accumulati dai grandi consumatori di energia. Una situazione insostenibile, una vera e propria emergenza sulla quale chiediamo l’intervento urgente del Governo e del Parlamento sia per realizzare davvero la liberalizzazione del mercato elettrico, sia per mettere fine agli attuali regimi di riserva e di sperequazione nell’applicazione delle accise e degli oneri generali di sistema sui consumi energetici’.