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Ripristinato lo specchio d’acqua del lago degli idoli

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Ripristinato lo specchio d’acqua del lago degli idoli

AREZZO – Nel lago degli Idoli, la più grande stipe votiva etrusca mai rinvenuta, è finalmente tornata l’acqua. Risale, infatti, allo scorso ottobre, la conclusione di una delle fasi di ripristino ambientale prevista dal progetto pluriennale promosso dalla Comunità Montana del Casentino in collaborazione con la Sovrintendenza per i beni Archeologici della Toscana, la Regione Toscana, la Provincia di Arezzo il Parco Nazionale, i Comuni di Bibbiena, Poppi e Stia, il Gruppo Archeologico del Casentino. Il lago, prosciugato nel 1838 per favorire il recupero dei reperti archeologici rinvenuti casualmente sulle sponde, è stato ricostituito così da assumere nuovamente l’antico aspetto, ossia quello che appariva aI frequentatori che dal VI al III secolo avanti Cristo salivano le pendici del monte Falterona per deporre le offerte alle divinità. Il riempimento del bacino, la cui dimensione è stata individuata durante le operazioni di scavo archeologico, avverrà in modo assolutamente naturale attraverso apporti idrici provenienti sia dalle precipitazioni meteoriche che dalle acque di percolazione del versante.
Nel 2008 verranno realizzati i lavori di inerbimento delle sponde, attraverso la semina di specie erbacee tipiche del luogo e la messa a dimora di erbe palustri provenienti da ambienti simili. Il bosco circostante al piccolo lago verrà arricchito con le specie arboree rinvenute nei depositi organici messi in luce e indagati durante lo scavo archeologico da cui risulta la diffusa presenza di abete bianco, acero e ciliegio.
Il grande lavoro realizzato in questi anni ha portato al rinvenimento di 14mila oggetti archeologici, riallacciando il legame tra storia, leggenda, mito e realtà.
Rammentiamo, inoltre, che il bacino è stato oggetto di vari studi paleoambientali per l’identificazione delle specie legnose finalizzati anche alla ricostruzione dell’ambiente originario; la radiodatazione dei campioni organici realizzata con il metodo del carbonio 14 ha consentito di indagare fino al momento della formazione del lago che può essere fatto risalire a oltre 8mila anni fa; sono stati compiuti rilievi geomorfologici dei depositi stratigrafici lacustri e indagini palinologiche. Accanto allo studio archeologico, si è dunque aperto un fronte non meno importante a livello paleoambientale che darà informazioni sugli andamenti climatici nel tempo consentendo di ricostruire l’evoluzione dell’ambiente naturale circostante.
Il piccolo lago è risultato come una sorta di grande banca dati da cui si sono ottenute informazioni in quantità tale da richiedere anni per la loro completa elaborazione.