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Uno sguardo americano su Aldo Moro

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Uno sguardo americano su Aldo Moro

AREZZO – Mercoledì 9 maggio, alle 16, nella sala del Consiglio Comunale si svolgerà il convegno dal titolo “Uno sguardo americano su Aldo Moro. Gli anni Settanta nell’Archivio di Robert Katz”. Dopo i saluti del Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, del Sindaco di Pergine Valdarno Paola Prizzon, di Emanuela Caroti, assessore alla cultura della Provincia, e di Chiara Silla, dirigente del settore Biblioteche, Archivi e Istituzioni culturali della Regione Toscana, l’assessore alla cultura del Comune di Arezzo Camillo Brezzi presiederà il convegno durante il quale sono previsti gli interventi di Linda Giuva, docente di Archivistica alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo, dello stesso Robert Katz, che presenterà i documenti sul caso Moro già conservati negli archivi statunitensi e che vanno a comporre adesso il suo archivio documentale, di Umberto Gentiloni Silveri dell’Università di Teramo e di Giovanni Bianconi, giornalista del Corriere della Sera e autore del libro “I giorni delle BR”. Gli interventi saranno completati dalla proiezione di un dvd sull’archivio.
Robert Katz, statunitense, autore di saggi storici, romanzi, suo è “Cassandra Crossing” dal quale venne tratto il celebre film, e consulente di programmi televisivi americani e italiani, come “Mixer”, offre oggi alla città di Arezzo i suoi “documenti per la memoria”, dopo aver donato un immenso archivio al Comune di Pergine Valdarno, luogo di residenza oramai da molti anni, composto da circa 80.000 documenti su diversi formati, comprese 150 audiocassette, 300 film e sceneggiature, centinaia di riviste e giornali. Ha scelto di parlare di Aldo Moro, lanciandovi il suo sguardo di americano, nell’ambito della più complessiva vicenda degli anni Settanta.
“Esiste dal 1966 – ha precisato la professoressa Linda Giuva – una legge statunitense in base alla quale tutti i cittadini possono avere accesso a documenti classificati. Diciamo che questo è stato il presupposto giuridico per l’opera di Robert Katz. Ovviamente vengono rilasciati in base alla richiesta che resta tuttavia nella facoltà di ciascuno. Alcuni dei documenti in possesso di Robert sono inediti, a disposizione di storici e non solo, e conservati qui, non a Washington. Alcuni, già in formato micro-fish, sono stati digitalizzati grazie all’impegno proprio di Camillo Brezzi e ne disponiamo adesso dvd.
Robert Katz ha messo in piedi un archivio di una varietà straordinaria, è stato tra i primi a occuparsi di Fosse Ardeatine, poi è transitato attraverso i vari decenni di storia repubblicana per focalizzare l’attenzione su determinati accadimenti, dalla deportazione degli ebrei romani ad Auschwitz, ad Erik Priebke, ad Aldo Moro. Su tutti questi temi, dispone di una varietà di atti, documenti, testimonianze che va dalle carte tradizionali alle e-mail che Robert Katz usava già negli anni Settanta, da buon americano. Oppure, mi piace citare le centinaia di lettere che vanno a comporre la corrispondenza con il mondo di Hollywood e alcuni nomi quali Sofia Loren, Carlo Ponti, Marcello Mastroianni, Burt Lancaster e ancora il suo rapporto con i membri della comunità americana di Roma, politicamente impegnata, che sfilava in Piazza Navona contro la guerra del Vietnam”.
“Le carte americane su Aldo Moro che detiene Robert Katz – ha dichiarato l’assessore alla cultura del Comune di Arezzo Camillo Brezzi – non riguardano solo l’affaire Moro, i giorni cioè dell’agguato, della prigionia e della morte dello statista democristiano. Ma confermano l’attenzione americana per questo politico italiano fin dalla metà degli anni Sessanta, per la precisione dal 1964, poco prima cioè del suo viaggio ufficiale negli U.S.A., per arrivare al 1978. Il convegno vuole essere tra l’altro l’occasione per commemorare Aldo Moro nell’anniversario del ritrovamento del suo cadavere avvenuto 29 anni fa in Via Caetani”.
Il Sindaco Fanfani ha voluto raccontare un aneddoto, anche alla luce del fatto che l’immagine della brochure del convegno ritrae Moro al congresso della Dc del 1973, quello dell’accordo di Palazzo Giustiniani tra i due “cavalli di razza” Aldo Moro e, appunto, Amintore Fanfani: “Mi disse una volta lo zio: ripensando a quegli eventi, al maggio 1978, a tutto il contesto, mi meraviglia essere ancora vivo”.
Ho concluso Brezzi: “Il convegno riporta nel titolo: uno sguardo americano. Ebbene, non si riferisce solo allo sguardo di Katz, ma anche allo sguardo che CIA e FBI hanno lanciato nel dopoguerra sull’Italia, sulla sua politica, sulle sue personalità. Lo imponeva la storia, certamente è successo lo stesso per altri paesi”.
L’assessore alla cultura della Provincia Emanuela Caroti ha sottolineato il ruolo dell’amministrazione provinciale nell’“acquisizione e catalogazione di questo archivio ricchissimo che ci permette di indagare la storia nazionale, filtrata attraverso una lente diversa dalla nostra come può essere quella di un occhio americano”.