AREZZO – “Un passo ulteriore verso la contaminazione musicale – ha dichiarato l’assessore Aurora Rossi – dopo la nascita dell’orchestra multietnica promossa dal Comune di Arezzo. Quest’ultima, oltre a proseguire la proprie attività di ricerca e produzione musicale, si dimostra un vero stimolo per giovani e gruppi che vogliono cimentarsi con un’esperienza nella quale si combinino pop europeo e sonorità di altri continenti. I Kabìla sono stati in un certo senso avvantaggiati visto che alcuni componenti fanno parte della stessa orchestra multietnica ma ciò che voglio sottolineare è che l’ensemble si è già dimostrata una ricchezza per Arezzo e per coloro che vogliono fare musica di qualità”.
“Sono di origine libanese e nato nella Sierra Leone – ha detto Emad Shuman, voce dei Kabìla – ho vissuto la guerra civile in questo paese durante la quale sono stato minacciato di morte. Poi ho avuto la fortuna di arrivare in una terra di pace come la Toscana e adesso mi sento anche aretino. Il disco è la storia un giovane che dall’Europa viaggia in Africa alla ricerca, in fondo, del senso della vita scoprendone le eccezionali bellezze e, purtroppo, le grandi sofferenze. Il protagonista del disco è dunque una sorta di alter ego che compie un percorso contrario a quello che ho fatto io”.
“Come produttore – ha concluso Massimo Giuntini – ho deciso di dare il mio contributo professionale per due ragioni: la prima è la qualità dei brani che mi è sembrata evidente fin dalla sala di registrazione. La seconda è che un disco del genere mette in evidenza come la convivenza musicale ed etnica procedano di pari passo. Chi ascolta il disco avrà subito la sensazione di quanto sia feconda e positiva la contaminazione fra culture e tradizioni diverse e di quanto il risultato emozionale sia di profondo coinvolgimento”.
Kabìla in arabo significa “tribù” e la tribù alla quale fanno riferimento i musicisti è l’intera umanità, con le sue mille lingue e culture. A leggerne la composizione, essa dimostra quanto aretinità e multietnico stiano assieme: Emad Shuman, voce solista; Mirko P. Esse, voce solista, piano e tastiere; Marco Patrussi, batteria e percussioni; Cristiano Rossi, chitarre elettriche, acustiche, classiche e saz; Muauia Alabdulmagid, ’oud; Giacomo Chiarini, basso elettrico.
I Kabìla sono il proseguimento di un percorso artistico cominciato con i Tribe Revolution nel 1997. Il punto di svolta che ha portato alla nascita di un nuovo complesso è stato il brano “Concerto d’Africa”, cantato in italiano e arabo. Ora, esce il loro primo cd, prodotto da Massimo Giuntini, “La città degli alberi”, dedicato all’Africa e denso di un sound etno-pop dove si fondono sonorità nordafricane ed europee.
Al disco hanno collaborato, oltre allo stesso Giuntini, Vieri Bugli al violino, Francesco Moneti alle chitarre elettriche, Massimiliano Fabianelli alla fisarmonica, Tall Abdoulaye alle percussioni e alla voce e Stefano Patrussi ai cori.
Al Teatro Pietro Aretino interverranno tutti i musicisti citati. La serata è gratuita.