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Altri tre cervi rilasciati nel Gran Sasso e dei Monti della Laga

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Altri tre cervi rilasciati nel Gran Sasso e dei Monti della Laga

AREZZO – Altri tre cervi catturati in questi giorni nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna stanno per essere trasferiti nei rinomati ambienti naturali protetti del Gran Sasso e dei Monti della Laga.
Questo ungulato ha registrato dagli anni '60 un trend di crescita davvero straordinario e ha raggiunto – nella porzione di Appennino tosco-romagnolo su cui ha competenza l'Ente presieduto da Luigi Sacchini – una popolazione che si stima (a seguito del recente censimento) superiore alle duemila unità.
L'iniziativa si inquadra in un piano di collaborazione tra le più importanti aree sottoposte a tutela della Penisola. La cattura ha naturalmente come elemento prioritario ed imprescindibile del suo protocollo il rispetto dell'animale.
Al fine di tutelare le esigenze di una specie nella quale è significativo l'elemento sociale, l'intervento è proteso verso la cattura del gruppo familiare. Questa misura garantisce una minore dispersione degli esemplari nelle nuove aree.
In precedenza altri 17 ungulati erano stati concessi al Parco Nazionale dei Monti Sibillini e altri 4 avevano già preso le strade d'Abruzzo.
La richiesta di cervi nasce a seguito di un articolato progetto di reintroduzione iniziato nel territorio del Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga già nel 2004 che rientra a pieno titolo in un piano di carattere nazionale con l’obiettivo di contribuire alla ricostituzione della biodiversità e al miglioramento funzionale degli ecosistemi.
Questi esemplari, come i precedenti, verranno muniti di radiocollare per permettere ai tecnici di seguire i loro spostamenti durante la delicata fase di esplorazione ed appropriazione del territorio.
La ricostituzione della popolazione dei cervi consente anche di aumentare le potenzialità turistiche dell’area protetta. Questo perchè i cervi, grazie al particolarissimo verso – il bramito – e alla relativa facilità con la quale si lasciano osservare in natura, costituiscono senz’altro una delle più grandi attrazioni per il turismo naturalistico.