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Come diventare ‘dottore clown’

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Come diventare ‘dottore clown’

AREZZO – Il 14 settembre avrà luogo la selezione per poter partecipare al corso per diventare Clown-dottore. Lo rende noto la " Tribù dei Nasi Rossi ", associazione di volontari Clown-dottori che operano nel reparto Pediatria dell'Ospedale San Donato di Arezzo.
Il corso è gratuito, la frequenza è obbligatoria. Chi è interessato, per informazioni può collegarsi al sito www.latribudeinasirossi.org oppure chiamare al 328 5796205.

Ci sono luoghi dove i bambini non dovrebbero proprio stare. Ma a volte non se ne può fare a meno e allora è importante che gli adulti, e il sistema in generale, “inventino” soluzioni per rendere meno difficile la vita dei bambini.
L’ospedale è uno di questi luoghi, quello che per la sua natura maggiormente offende la freschezza, la voglia di vivere, la allegria dei piccoli. Purtroppo ci sono momenti della vita in cui anche bambini e bambine devo recarsi in ospedale e essere ricoverati per periodi si spera a brevi, ma può capitare anche lunghi. Già la “restrizione” in ambienti ospedalieri è di per se una gabbia innaturale per i piccoli. Poi ci sono le cure, a volte vengono loro imposte anche di tecniche poco gradite, come le iniezioni, le flebo, o semplicemente le ricerche diagnostiche, con raggi, ecografie, prelievi e quant’altro. Anche l’azienda sanitaria, nel proprio reparto di pediatria del San Donato da sempre cerca di alleviare ciò che di negativo avvertono i piccoli. Innanzitutto con la professionalità e la sensibilità del proprio personale, ma ciononostante arriva sempre da parte dei bambini ricoverati il momento in cui individuano in quegli uomini e donne con il camice bianco, coloro che procedono alle cure.
L’Azienda, assieme ad Unicef, Comune e Avo già dal 1995 ha organizzato la casa di Pinocchio, una ludoteca a disposizione dei bambini, con tanto di assistenza continua di personale specializzato.
Ma dal 2.000, sul modello di quanto avviene al Mayer di Firenze e in altri ospedali pediatrici, sono arrivati i "dottori clown". I clown vestiti da medici e da infermieri, per smitizzare la figura dell’operatore professionale che per curare “fa male”, e rubare qualche sorriso a bambini che soffrono. “un supporto terapeutico importante e ormai insostituibile” dicono i medici del reparto. “E’ importante – sottolineano i sanitari – perché a differenza degli adulti, ogni interruzione della propria condizione di ammalato nei piccoli pazienti, rappresenta essa stessa un miglioramento tangibile e una capacità di reazione alla malattia stessa”. E allora questi ragazzi (in realtà ci sono anche uomini e donne over 50) impiegano alcuni pomeriggi liberi per vestirsi da dottori e infermieri, ma con i volti pitturati, i nasi finti, i camici disegnati, le parrucche e strani strumenti di cura: le siringhe che diventano gigantesche e senza punte, le flebo trasformate in strani macchinari che miscelano allegria, gioia, sorriso, gioco. In coppia il dottore-clown e l’assistente infermiere-clown ad uno ad uno “visitano” i piccoli pazienti che diventano “impazienti” nel farsi visitare.
Ed ecco che è fondamentale che questa forma di terapia cresca e si ampli. Di qui il nuovo corso che scatta il 14 settembre.

CHI SONO?
Il gruppo “La Tribù dei Nasi Rossi” nasce come una costola distaccata dell’ A.V.O. (Associazione Volontari Ospedalieri).
Volontari di ogni età, professionisti, studenti, casalinghe, che hanno in comune la voglia di mettersi in gioco e regalare sorrisi dove ce n’è bisogno.
Presenti nelle corsie della Pediatria dell’Ospedale S.Donato di Arezzo dal 2000. Oggi contano 20 volontari, presenti in corsia 4 giorni a settimana per tutto l’anno.
Il clown-dottore si occupa di rendere migliore la qualità della degenza dei bambini ricoverati, sostiene i familiari dei degenti e, affiancando lo staff medico e paramedico, ne facilita le cure ospedaliere. Di certo il clown-dottore non ha facoltà taumaturgiche, poiché non guarisce il paziente, ma gli è guida e sostegno perché la malattia non sia sopraffazione.
I clown-dottori non fanno diagnosi, così come non compilano cartelle cliniche; invece di applicarsi alla parte malata del paziente, si rivolgono a ciò che in lui è in buona salute.
Entrano in relazione con il bambino nella sua totalità.
L’intervento dei clown in corsia ha dimostrato, relativamente ad alcune patologie, una riduzione della degenza, della sofferenza ed un minor uso di anestetici. I dati parlano di una riduzione del 50% circa della degenza e di un 20% dell’uso di anestetici.
Effetti collaterali: essere "dottore clown" fa bene anche agli adulti.