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Georgia annuncia cessate il fuoco unilaterale

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TBILISI – La Georgia ha annunciato alla Russia il cessate il fuoco unilaterale e immediato. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri russo citato dall'Interfax e la notizia è stata confermata da fonti ufficiali georgiane. Le stesse fonti hanno anche reso nota l'offerta di Tbilisi a Mosca per l'avvio di colloqui per definire la cessazione delle ostilità in Ossezia meridionale.
Dall'alba di questa mattina nuovi raid aerei russi hanno colpito la Georgia mentre i carri armati di Tbilisi si sono ritirati da Tskhinvali, la capitale dell'Ossezia del Sud. A denunciare l'intensificazione dell'offensiva da parte di Mosca è stato il segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale georgiano, Alexandr Lomaia. I raid aerei, più intensi di quelli di ieri, hanno provocato danni, ma nessuna vittima, secondo quanto ha riferito il portavoce del ministero degli Interni georgiano, Shota Utiashvili.
Mentre il completamento del ritiro è stato confermato da un rappresentante dello stato maggiore russo in una conferenza stampa, il quale ha anche precisato che i militari russi ora controllano la maggior parte del territorio della città.
Secondo quanto riferiscono testimoni oculari citati dagli inviati del New York Times, i soldati russi si stanno avvicinando al confine meridionale della regione separatista con la Georgia. Da queste nuove postazioni hanno aperto il fuoco di artiglieria che ha colpito villaggi in territorio georgiano, a tre chilometri e mezzo da Tskhinvali, oltre la linea di frontiera peraltro non definita in modo chiaro tra le parti. ''In questo momento non intendiamo adottare iniziative per elevare l'intensità del conflitto'', ha dichiarato il generale russo Anatoly Nogovitsyn rispondendo a chi gli chiedeva dell'eventuale intenzione di Mosca di spingere le sue forze in territorio georgiano dalle regioni contese dell'Ossezia del Sud o dall'Abkhazia. ''Siamo particolarmente preoccupati perché il conflitto sembra estendersi oltre l'Ossezia del Sud in Abkhazia'', aveva detto in precedenza l'assistente del segretario generale delle Nazioni Unite per le operazioni di peacekeeping, Edmond Mulet.
Navi della Flotta del Mar Nero russo hanno inoltre imposto un ''blocco navale illecito'' del Paese caucasico, come ha confermato il segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale georgiano Lomaia e, in altri termini, una fonte della marina russa citata dall'Agenzia Ria-Novosti.
''Un'aggressione e invasione totale, da terra, aria e mare'' ha denunciato il segretario georgiano Lomaia, sottolineando che sono 15 le città georgiane bombardate nei raid russi. Tra gli obiettivi colpiti, una fabbrica per l'assemblaggio di Su-25 a 12 chilometri da Tbilisi, in direzione est, un altro sito militare vicino a Bolnisi, e la valle del Kodori, al confine con l'Abkhazia, dove sono stati colpiti due edifici del governo e due villaggi. Intanto, la presidenza di turno belga del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha ammesso che il deteriorarsi della situazione in Georgia rende ''molto difficile, se non impossibile'' un accordo fra i 15 su una dichiarazione comune, non solo su una risoluzione. La riunione straordinaria di ieri sera si è quindi conclusa con un nulla di fatto, peggio con un?ammissione di impotenza.
Washington ha denunciato il rischio di una ricaduta ''significativa a lungo termine'' sulle relazioni bilaterali con Mosca se proseguirà l'escalation militare della Russia nei confronti della Georgia. Un'escalation che gli Stati Uniti considerano ''pericolosa e sproporzionata'', ha dichiarato da Pechino il vice consigliere per la sicurezza nazionale americano, James Jeffrey. ''Siamo allarmati da questa situazione'', ha aggiunto.
Il ministro degli Esteri francese presidente di turno dell'Ue, Bernard Kouchner, è atteso in serata a Tbilisi e, con ogni proabilità domani, a Mosca per una missione di mediazione. Kouchner offrirà anche aiuti umanitari destinati alla regione coinvolta nel conflitto, secondo quanto ha precisato un portavoce del ministero degli esteri francese. Mentre a Tbilisi è già arrivato il ministro degli Esteri ucraino, Volodymir Ohryzho, proponendosi come intermediario fra Russia e Georgia.