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L’autotrasporto deve contare di più

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L’autotrasporto deve contare di più

AREZZO – Non essere i soli a pagare un'emergenza che riguarda da tutti i settori, a sopportare il conto di un caro-energia che, in prospettiva, potrebbe addirittura aggravarsi. Queste le esigenze di CNA Fita, l'unione che associa 35 mila imprese dell'autotrasporto e che reclama più potere contrattuale alla categoria.
Un occhio al dato aretino. Il saldo 2007 delle imprese iscritte nell’albo provinciale ad Arezzo segna un – 4,3%, ovvero 688 aziende – il minimo storico da quando esiste questo organismo – di cui il 70% ditte individuali con un solo addetto ed un solo veicolo.
“Il settore – spiega Giuseppe Brasini, presidente CNA Fita Arezzo – sta pagando per tutti gli effetti del caro-energia. Dal 2006 a oggi i costi dell'energia sono aumentati di oltre il 40% per le aziende. Per capire l'impatto sugli operatori basti sapere che il solo costo del gasolio rappresenta il 30-35% degli oneri totali di un'impresa. Se aggiungiamo al caro-gasolio le conseguenze dell'allargamento a 25 dell'Unione, con l'entrata sul mercato di vettori che hanno esasperato la concorrenza applicando costi insostenibili per un'azienda italiana, si capiscono bene le difficoltà che si sono abbattute sul settore. Le tariffe non solo non sono cresciute con l'inflazione, ma sono addirittura calate,
scaricando sull'anello debole della filiera tutti gli oneri. E se la categoria è debole, anche la committenza ne paga le conseguenze in termini di qualità del servizio, di insicurezza per le violazioni del codice della strada”.
“Viviamo il rialzo più pesante delle materie prime dal 1986 – continua Brasini – ma le tariffe dell'autotrasporto sono al palo. Chiediamo a tutta la filiera di farsi carico dell'emergenza con provvedimenti simili a quelli che sono già in vigore in altri settori e in altri paesi. E’ evidente che, come diciamo ormai da anni, la sicurezza ha un costo e di questo costo se ne deve fare carico tutta la filiera e non solamente l'ultimo anello della catena”.
CNA Fita ha proposto uno strumento che, partendo dai dati dell'Osservatorio prezzi, determini il prezzo del gasolio per verificare il consumo medio per ogni categoria di veicolo in relazione alla percorrenza. Questo meccanismo aiuterebbe a fissare costi minimi di trasporto al di sotto dei quali il rapporto contrattuale non risulterebbe corretto. E aiuterebbe anche a far emergere i rapporti contrattuali «non in forma scritta» tra le parti con un ulteriore elemento di garanzia per le imprese dell'autotrasporto cui verrebbero applicati costi minimi di trasporto con parametri dettati dall'Osservatorio. Al di sotto di questi minimi il rapporto contrattuale non sarebbe considerato corretto limitando quindi i casi di irregolarità.