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Olimpiadi: che aria tira a Pechino

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Olimpiadi: che aria tira a Pechino

PECHINO – Nel corso degli ultimi anni l’opinione pubblica e le istituzioni internazionali hanno dedicato grande attenzione alla questione della qualità dell’aria in vista delle prossime Olimpiadi che si terranno a Pechino. Questo avvenimento rappresenta del resto una pietra miliare nello sviluppo sociale ed economico di questa nascente potenza economica globale e della sua transizione da paese in via di sviluppo a paese avanzato.
Lo svolgimento dei Giochi olimpici in Cina va pertanto oltre la ovvia attenzione alle prestazioni degli atleti e coinvolge altri aspetti di primaria importanza per lo sviluppo di un paese che rappresenta il 25% della popolazione mondiale. L’auspicio è che la celebrazione dei Giochi dia una forte spinta a fondamentali cambiamenti nell’atteggiamento del governo cinese, affinché esso tenga conto di tutti quei problemi che devono far parte dell’agenda di una società davvero sviluppata. Tra questi, la protezione ambientale è un esempio centrale e indicativo: pochi mesi fa il governo cinese ha finalmente elevato al rango di ministero quella che prima era solamente un’agenzia per la protezione dell’ambiente.
Il recente terremoto ha momentaneamente spostato l’attenzione dei media sulla drammatica situazione della provincia del Sichuan, tuttavia, i problemi relativi alla conduzione dei Giochi non sono stati trascurati e, tra questi, il tema della qualità dell’aria è sempre in cima alla lista delle priorità del governo centrale e di quello locale di Pechino. Ad appena due mesi dalle Olimpiadi, è dunque giunto il momento di effettuare un’analisi dettagliata della situazione per comprendere i risultati ottenuti dopo l’adozione delle misure straordinarie di controllo dell’inquinamento mediante la limitazione delle emissioni. Analisi che è stata effettuata oggi presso il Castello Orsini di Nerola, durante un Convegno su “Air quality management for hallmark events: challenge and achievements of the forthcoming Beijing 2008 Olympics”, al quale è presente una delegazione di 16 rappresentanti delle istituzioni cinesi, guidata da Shi Anhanmin, direttore generale dell’agenzia per l’ambiente della municipalità di Pechino e della quale fa parte anche il responsabile del Dipartimento Ambiente del Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici.
Che atmosfera ci possiamo attendere durante le Olimpiadi? “Pechino è una città dalle caratteristiche peculiari per quanto concerne i problemi dell’inquinamento atmosferico: sorge su una pianura circondata da montagne e vicino al mare nella parte orientale. La localizzazione geografica comporta dinamiche simili a quelle sperimentate nella Val Padana, dove con facilità hanno luogo forti inversioni termiche invernali”, spiega Ivo Allegrini direttore dell’Istituto italiano sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche di Montelibretti (Iia-Cnr), coinvolto dal 2003 nel processo di miglioramento della gestione della qualità dell’aria in Cina e a Pechino. “Inoltre le emissioni della città e delle province limitrofe si mescolano, creando una situazione caratterizzata da agenti di inquinanti primari e secondari, derivanti dal trasporto e dalle attività industriali”.
Le analisi dei dati relativi alla qualità complessiva dell’aria nell’area sono comunque positivi. “Grandi sforzi sono stati indirizzati al controllo delle industrie a livello regionale attraverso la chiusura di quelle più inquinanti e verificando le emissioni di molti altri grandi impianti”, prosegue Allegrini. “Inoltre, il controllo delle fonti di inquinamento legate ai trasporti nel corso degli ultimi cinque anni ha portato lo standard degli autoveicoli ad un livello paragonabile a quello stabilito dalle norme Euro IV europee e alle maggiori città europee. Il risultato è che, malgrado l’incremento del traffico veicolare di almeno tre volte nel periodo, le emissioni sono state mantenute costanti o inferiori rispetto a prima”.
Il problema è però capire se queste misure abbiano avuto un effetto nel ridurre l’inquinamento atmosferico. “Dall’analisi dei risultati preliminari delle campagne di monitoraggio che il Cnr ha condotto insieme agli esperti cinesi nel corso del 2007 e dei dati resi disponibili dalla municipalità di Pechino, sembra che l’inquinamento nell’area della capitale sia notevolmente diminuito, malgrado l’incremento di veicoli e delle attività industriali”, dichiara il direttore dell’Iia-Cnr. “La concentrazione di anidride solforosa (SO2) è diminuita costantemente sotto i 60 microgrammi per metro cubo, un livello considerato non nocivo. Essendo l’anidride solforosa associata con le emissioni di industrie e la produzione di energia, la sua diminuzione è il miglior indicatore del successo delle misure di controllo nei confronti delle fonti fisse di inquinanti”.
Il biossido di azoto mostra invece concentrazioni costanti di 70 microgrammi per metro cubo nel corso degli ultimi sei anni, superiori agli standard raccomandati dall’OMS (WHO) di 40 microgrammi. “Questi livelli di concentrazioni sono però anche tipici di città italiane per le quali gli standard dovrebbero essere raggiunti intorno al 2010. Non sono stati invece superati i limiti orari per il biossido di azoto, fissati dall’Organizzazione mondiale della sanità in 200 microgrammi per metro cubo”.
La situazione delle polveri sottili è molto complessa, perché deriva da fonti differenti. “Stime recenti mostrano che il traffico veicolare contribuisce per circa il 25% nell’area urbana di Pechino. Più o meno il 35% va imputato alle industrie, mentre il restante 35% è associato a polveri naturali (sabbia e tempeste di sabbia, attività edilizie e ritorno in sospensione della polvere)”, spiega il ricercatore. “Le stesse percentuali sono state sperimentate in numerose città italiane, a indicare che i processi di inquinamento sono simili. Gli attuali livelli di polveri sottili sono nell’ordine di 150 microgrammi per metro cubo con una previsione di concentrazione stabile per i prossimi cinque sei anni. Si presume che nel corso di pochi anni queste concentrazioni saranno stabili o persino meno elevate, nonostante il notevole sviluppo socio-economico in corso. Questi livelli sono dovuti da un lato all’aumento delle sorgenti di emissione e dall’altro al miglior controllo sulle fonti sia mobili che fisse”.
“Si può dire che gli obiettivi di un migliore controllo dell’inquinamento nell’area di Pechino sono stati raggiunti, dando risultati talvolta superiori a quelli ottenuti in precedenti città ospitanti i Giochi Olimpici”, conclude Allegrini. “L’indice dell’inquinamento medio giornaliero in agosto è previsto al di sotto di quanto concordato con le agenzie internazionali responsabili per i Giochi. Le misure di controllo fin qui realizzate verranno rinforzate attraverso misure addizionali nel corso dei Giochi: sia sui cantieri, sia sulle fonti industriali, sia attraverso un rigoroso controllo del traffico, già sperimentato nell’agosto 2007, quando ha permesso una riduzione dell’inquinamento del 15-20% circa”.
È però da segnalare che le azioni intraprese saranno mantenute anche dopo i Giochi Olimpici per permettere alla capitale cinese in un tempo ragionevole di lasciare il gruppo delle città in cui l’inquinamento è più problematico. L’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr continuerà ad assistere la municipalità di Pechino in questo processo tramite monitoraggio, modeling e gestione, con l’obiettivo di migliorare le conoscenze sui processi che saranno preziosi anche per la riduzione dell’inquinamento nelle città europee.