Quanto del nostro miglior tempo sprechiamo preoccupandoci di perseverare il “nostro” (patrimonio, potere, relazioni) dalle insidie dei perfidi “altri”?
La vicenda, colorata con toni farseschi e con qualche affresco romanzato si svolge a Napoli, durante la restaurazione borbonica susseguente alla fallita Rivoluzione Napoletana del 1799. Don Ferrante, vedovo benestante con la mania di accumulare denaro, proprio a causa della sua ossessione, dovrà piegarsi all’inesorabilità degli eventi e rinunciare a certi suoi progetti. L’avarizia, dunque, tema non nuovo, certo, ma sempre formidabile tragicamente ispiratore e sorprendentemente attuale.
Se l’Avaro parla il dialetto napoletano, allora ecco che l’arcinota opera di Moliere diventa una esilarante piece sapientemente riveduta e corretta da Antonio Palumbo e resa frizzante dalla Compagnia Il Tentativo: Un insopportabile, arraggiuso, tirannico risparmiatore è il titolo di una storia da raccontare sabato 15 novembre alle 21.30 al Teatro Moderno di Tegoleto (Ar).