Home Cultura e Eventi Cultura Mostra fotografica ‘Mai più schiave’

Mostra fotografica ‘Mai più schiave’

0
Mostra fotografica ‘Mai più schiave’

AREZZO – Le chiamano prostitute, ma sarebbe meglio dire prostituite: costrette a vendere il proprio corpo per pagare un debito assurdo, per salvare se stesse e le proprie famiglie.
Sono vittime di un traffico vergognoso che dalla Nigeria all’Italia si snoda lungo le rotte di una delle peggiori schiavitù contemporanee.
Quello della tratta di ragazze nigeriane per lo sfruttamento sessuale è diventato, dagli anni Ottanta in poi, un business da miliardi di dollari, fatto sulla pelle di ragazze giovanissime, cresciute in un contesto di miseria e degrado e desiderose di una vita migliore. Vengono ingannate da promesse fittizie, dal miraggio di un altrove fatto di benessere e felicità: finiscono col ritrovarsi su una strada, costrette a sopportare i peggiori abusi, in una situazione di vulnerabilità e povertà ancora peggiore di quella da cui provengono, sradicate in un Paese straniero, spesso clandestine, senza identità né dignità.
Per scandagliare a fondo il fenomeno in tutti i suoi aspetti – sociali, culturali, economici… – la Federazione stampa missionaria italiana (Fesmi) – una rete di circa quaranta testate diffuse su tutto il territorio nazionale – ha deciso di realizzare un progetto su più livelli, non solo per denunciare questa vergognosa schiavitù, ma anche per sostenere concretamente le esperienze positive di sensibilizzazione, prevenzione e recupero di queste giovani donne, sia in Italia che in Nigeria.
Per documentare questo lavoro e per stimolare l’opinione pubblica italiana alla riflessione e all’azione, la Fesmi ha deciso innanzitutto di inviare una giornalista e una fotoreporter nei luoghi da cui queste ragazze provengono: Lagos e soprattutto Benin City, nell’Edo State, la capitale nigeriana di questo orribile traffico. Al ritorno sono scese sulle strade italiane, per incontrarle là dove sono costrette a vendere il proprio corpo. E infine sono andate nelle comunità di accoglienza, dove queste ragazze provano a ricostruirsi una vita in Italia. O scelgono, eventualmente, di tornare a casa.
Dal luglio 2007, infatti, anche a Benin City c’è un luogo per accoglierle, aperto grazie alla collaborazione tra religiose italiane e nigeriane, che lavorano insieme per contrastare e prevenire il fenomeno della tratta e recuperare le ragazze che ne vogliono uscire. Un luogo-simbolo, che dice innanzitutto che il loro viaggio non è necessariamente a senso unico.
Si tratta di un’iniziativa promossa dall’Ufficio “Tratta donne e minori” dell’Unione delle superiore maggiori d’Italia (Usmi), guidato da suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, impegnata dal 1993 nella lotta contro la tratta di esseri umani. Suor Bonetti, che ha collaborato fattivamente anche alla realizzazione di questo progetto, è una delle massime esperte mondiali del fenomeno (per questo, è stata insignita del premio “Donna coraggio 2007” dal Dipartimento di Stato americano); coordina il servizio di moltissime religiose (circa 250, appartenenti a 70 congregazioni che lavorano in Italia in 110 strutture), che hanno saputo cogliere la sfida di una nuova forma di schiavitù. Insieme alle Caritas diocesane e a gruppi di volontariato, sono state tra le prime a leggere il fenomeno e a offrire a queste donne, in buona parte nigeriane ed est-europee, soluzioni alternative allo sfruttamento sessuale sulle strade. Oggi l’ufficio “Tratta” dell’Usmi ha creato una rete internazionale, a cui aderiscono religiose di una trentina di Paesi d’origine, transito e destinazione delle ragazze trafficate.
All’interno di questo lungo cammino, si inserisce anche questo progetto della Federazione stampa missionaria, che vuole – attraverso la pubblicazione di un Dossier, uscito su tutte le riviste nel mese di marzo 2008 e la realizzazione di una mostra fotografica itinerante con relativo catalogo – lanciare non solo un messaggio di denuncia, ma anche di speranza.
Un’iniziativa rivolta a istituzioni ed enti locali, ad organizzazioni civili e religiose, a gruppi culturali e di volontariato, che vuole mantenere l’attenzione su un traffico scandaloso e su un dramma disumano. Ma che intende anche dire con forza che qualcosa si può e si deve fare per prevenirlo e contrastarlo.

NOTE SULLA MOSTRA
GALLERIA CESALPINO via Cesalpino, 29 AREZZO
Orario continuato dalle ore 09,30 alle 19,30 nei giorni di sabato 1 e domenica 2 novembre
ingresso gratuito , oltre alla mostra è disponibile anche un bellissimo catalogo con foto e didascalie, inerente la mostra.