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Novant’anni dopo. La grande guerra tra storia e memoria

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Il racconto delle trincee della Grande Guerra; due diari dell’archivio di Pieve Santo Stefano, di Sisto Monti Buzzetti e di Giuseppe Manetti; l’intervento del professor Massimo Baioni della facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo: “Novant’anni dopo. La grande guerra tra storia e memoria”.
Sono questi il titolo e la traccia dell’incontro, organizzato nell’ambito della rassegna “arezzo legge”, che si terrà nella sala del Consiglio Comunale mercoledì 5 novembre a partire dalle 17, alla presenza del Sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani e dell’assessore alla cultura del Comune di Arezzo e presidente dell’Istituto Storco Aretino della Resistenza e dell’Età Contemporanea Camillo Brezzi.
Il 4 novembre 1918, nove decenni fa, le nostre truppe riuscirono a rompere il fronte a Vittorio Veneto tenuto fino a quel giorno dagli austro-ungarici. Entrarono a Trento e Trieste, ponendo finalmente fine al processo di unità nazionale, contribuirono alla sconfitta degli imperi centrali sanzionata poi, per il fronte italiano, dall’armistizio di Villa Giusti dell’11 novembre 1918.
Ma la prima guerra mondiale è stato il conflitto che ha cambiato per sempre l’assetto del mondo e le coscienze dei singoli uomini, dinanzi ai massacri e alle carneficine alle quali assistettero.
I due diari di Pieve, presentati per l’occasione, rappresentano due testimonianze eccezionali di quanto maturò tra le trincee del Triveneto: “Scusate la calligrafia. Lettere dal fronte” di Sisto Monti Buzzetti, sono 300 lettere e cartoline di un giovane ufficiale di fanteria stanziato fra Passo Rolle e la Val Cordevole che morirà colpito da una scheggia alla vigilia del ventunesimo compleanno. “Maledetta guerra” di Giuseppe Manetti, contadino toscano richiamato al fronte, costretto a lasciare la moglie incinta e coinvolto nella ritirata drammatica di Caporetto, rende invece fin dal titolo il sentimento provato dall’autore, e di tutti i saldati, dinanzi alla barbarie del conflitto.