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PD: Salari, potere d’acquisto e qualità della vita

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PD: Salari, potere d’acquisto e qualità della vita

FIRENZE – I problemi dei lavoratori: salari, potere d'acquisto, precariato, qualità della vita. Questa mattina il segretario e la vicesegretaria del PD della Toscana, Andrea Manciulli e Caterina Bini, ne hanno parlato, incontrando anche la stampa, con alcuni lavoratori di categorie diverse.

Marco Venturini, 31 anni, da 13 è operaio metalmeccanico a Signa. Vive con madre e sorella "perché con 1000 euro al mese serve il supporto della famiglia. Gli operai sembrano spariti dai riflettori eppure numericamente siamo gli stessi di 25-30 anni fa. Si parla di noi ormai solo per le disgrazie, invece ad oggi anche quelli con il contratto indeterminato hanno difficoltà ad ottenere finanziamenti e mutui. Io e mia sorella, ad esempio, per ottenere il mutuo per comprare la casa abbiamo dovuto dare in garanzia
la pensione di mia madre".

Gianluca Fiorino, lavora "in somministrazione" – quello che si chiamava impiego "interinale" – nel call center di una compagnia di telefonia mobile per 600 euro al mese e vive con la precarietà imposta da un contratto che viene rinnovato ogni 6 mesi. "E' un lavoro che mi piace – ha detto – ma vivo con la consapevolezza che dopo quattro rinnovi dovrò trovare un'altra soluzione lavorativa."

Francesca Nannelli dopo il dottorato è stata per anni ricercatrice alla facoltà di Agraria dell'università di Firenze e all'estero. "Dopo la mia esperienza in Francia, al ritorno qui in Italia ho trovato le porte chiuse
alla ricerca universitaria: talento e merito qui contano poco". Oggi lavora presso un consulente privato a meno di 1000 euro al mese per 40 ore di lavoro settimanale.

Gianna Baldassini, 45 anni, da 25 è insegnante alle scuole elementari per 1400 euro al mese. "Noi abbiamo nelle scuole – ha detto – fino a un terzo dell'organico precario, che ogni anno è costretto dalle graduatorie a
cambiare sede, anche in età matura. Per una scuola di qualità non si può riformarla ogni due anni e cambiarne un pezzo alla volta, ci vogliono insegnanti stabili e leggi che abbiano durata".

Francesca Innocenti, 40 anni, laureata, è commessa part-time per 600 euro al mese in un grande magazzino. "Ho rinunciato alla carriera per fare dei figli. Ma mi trovo comunque a non seguirli perché i turni devono coprire un ampio orario di apertura 7 giorni su 7 e servono i nonni e le babysitter. E' un problema di salari, ma anche tempi di vita. E i nuovi contratti non hanno neppure il riconoscimento dello straordinario domenicale. In più i precari sono facilmente ricattabili". "Il giro della Toscana che abbiamo fatto in queste settimane ci ha confermato quelle che sono le questioni principali su cui cittadini aspettano risposte dalla politica e che abbiamo messo al centro del programma: precariato, carovita, salari bassi. Saranno i temi prioritari dell'agenda politica del governo Veltroni – ha detto Andrea Manciulli -. C'è bisogno di un nuovo grande patto nell'interesse del paese tra azienda e lavoro per la crescita, la produttività e i salari. E se non affrontiamo con nettezza il problema del precariato rischiamo che un'intera generazione non
possa guardare con serenità al proprio futuro come invece hanno potuto fare quelle precedenti". "Abbiamo deciso di spendere la campagna elettorale per spiegare le nostre proposte sui problemi reali del Paese e degli italiani lasciando da parte le varie polemiche che durano poche ore – ha detto ancora Manciulli -. Crediamo che i cittadini chiedano di conoscere ciò che proponiamo nei nostri programmi per risolvere i loro problemi, anziché vedere uno sterile battibecco quotidiano tra i partiti". "Per il Pd è fondamentale la dignità del lavoro – ha detto Caterina Bini – che deve essere difesa e valorizzata in tutte le sue espressioni. Questo
nostro impegno si colloca nel solco di quello che è sempre stato un obiettivo primario delle tradizioni politiche e culturali che convergono nel Partito Democratico. Il lavoro rafforza l'autonomia e la dignità della
persona. E dunque, come si può pensare che una persona possa avere una vita dignitosa con stipendi che non stanno al passo della vorticosa corsa dei prezzi e del costo della vita? Noi vogliamo dare delle risposte chiare: salario minimo garantito di 1000 euro e incentivi per le imprese che
stabilizzino i propri dipendenti. Questa è la politica del fare, questo è
quello che ci chiede il Paese".