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Porta Sant’Andrea replica ai rettori degli altri quartieri

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Porta Sant’Andrea replica ai rettori degli altri quartieri

AREZZO – “Affermazioni false, ricatti inaccettabili, proposte ridicole”. Così il Quartiere di Porta Sant’Andrea replica alla conferenza stampa tenuta lunedì scorso dai rettori di Porta del Foro, Crucifera e Santo Spirito.
“Anzitutto le falsità: non è vero che l’Istituzione Giostra non può deliberare nulla, il quorum dei 4/5, infatti, è necessario solo ed esclusivamente per modificare il regolamento tecnico della Giostra, cioè le regole della gara vera e propria, per il resto basta, come sempre, la maggioranza semplice dei presenti, quindi non 4/5, ma 3/5 o addirittura 2/3, qualora siano presenti solo 3 consiglieri su 5. Pertanto l’Istituzione può tranquillamente operare in tutti i suoi campi e la Giostra si può tranquillamente correre con le regole che l’hanno governata del 1931 a oggi e che noi intendiamo tutelare. Il quorum del 4/5 per approvare il regolamento tecnico non fu messo a caso: le regole tecniche della gara vera e propria, infatti, devono avere una condivisione più ampia della maggioranza semplice, una maggioranza qualificata così come avviene in molti altri campi in cui si approvano regole che valgono per tutti. Questo non è un sopruso bensì una garanzia istituzionale e democratica. – afferma il rettore biancoverde Maurizio Carboni – Altra falsità è accusarci di aver rotto il patto d’onore tra i rettori – prosegue Carboni – noi abbiamo tenuto fede all’impegno sino alla fine del percorso, approvando il protocollo per il doping. Altri l’hanno semmai violato pretendendo di usare questa questione in maniera pretestuosa per introdurre novità, le fotocellule, che stravolgerebbero lo spirito e la tradizione della manifestazione. Come mai oggi le decisioni da adottare qualora il vincitore della Lancia risulti positivo al doping sono scomparse dal dibattito? – domanda il rettore di Porta Sant’Andrea – Oggi sembra che l’unico problema della Giostra siano le fotocellule, per noi la Giostra va bene così com’è. Circa l’accusa di fare questa battaglia per interesse di parte la respingiamo al mittente: perché non hanno mostrato i tempi di percorrenza dei nostri giostratori, visto che li hanno cronometrati? Perché non dicono chi ha fatto le carriere più lente in Giostra? Forse perché sarebbe crollato il loro castello di ipotesi?
Veniamo poi ai ricatti: inaccettabile chiedere al Sindaco e al Consiglio Comunale ‘O si cambia come diciamo noi, oppure usciamo’. Tali metodi non ci appartengono e noi ce ne dissociamo in maniera netta. Circa le conseguenze poi, – continua Carboni – si sfocia nel ridicolo: si parla, o meglio si straparla, di costituire consorzi, fondazioni, opere pie ecc. Ma di cosa stiamo parlando? La Giostra del Saracino è patrimonio della Città di Arezzo e il Consiglio Comunale ne regola la vita con appositi atti, i Quartieri ne sono protagonisti e partecipanti e non i padroni. Per questo, da parte nostra, massimo rispetto per l’assise cittadina.
Infine, – va avanti il rettore biancoverde – una questione personale: mi si accusa di rappresentare il mio Quartiere, ebbene sì, lo ammetto, ho consapevolezza dell’articolo 6 del regolamento del’Istituzione Giostra in cui si afferma in termini perentori che i rettori, all’interno dell’Istituzione stessa, rappresentano i propri Quartieri. I miei colleghi se lo sono mai letto quest’articolo? Oppure ritengono di essere stati nominati dal Sindaco per grazia di Dio?
In una cosa hanno ragione: in questa vicenda la Giostra è caduta davvero in basso, certo non per colpa nostra. Non siamo noi che facciamo le riunioni a tre per concordare quanto poi imporre al quarto, e non siamo stati noi a convocare conferenze stampa “a invito”. Noi continueremo a lavorare con serietà e rigore per il bene della manifestazione così come abbiamo fatto sino ad oggi, senza cedere a pressioni o ricatti”
L’ultima considerazione Maurizio Carboni la fa sulla richiesta del Maestro di Campo Enzo Gori di essere dotato di strumenti tecnici per la misurazione della velocità delle Carriere: “Prendo atto che Gori ha cambiato idea rispetto a quanto è andato pubblicamente affermando nei giorni scorsi. Attendo di conoscere i motivi cui è dovuta questa inversione di marcia e poi farò le mie valutazioni”.