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Ristoratori: Tricca passa il testimone ad Andrea Fazzuoli

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Ristoratori: Tricca passa il testimone ad Andrea Fazzuoli

AREZZO – Andrea Fazzuoli, aretino doc, classe 1971 è il nuovo presidente dell’Associazione Ristoratori della provincia di Arezzo, che rappresenta i 513 ristoranti del territorio. Votato all’unanimità dai suoi colleghi ristoratori, ha ricevuto il testimone da Giovanni Tricca, che ha lasciato la carica per incompatibilità con il suo nuovo ruolo di presidente della Camera di Commercio.

Fazzuoli, sposato, due figli, proviene da una famiglia di noti ristoratori di Arezzo. Entrato nell’attività giovanissimo, più di venti anni fa, oggi gestisce insieme al fratello i due ristoranti sotto le Logge Vasari.

Il suo impegno sindacale a favore della categoria si è fatto più intenso soprattutto a partire dal 2007, quando è stato eletto nel consiglio provinciale dell’Associazione Ristoratori presso Confcommercio. A questo impegno affianca una grande passione per la Giostra del Saracino: per alcuni anni ha fatto parte del consiglio direttivo del Quartiere di Porta Crocifera.

“Mi muoverò sulla scia di quanto già iniziato sotto la presidenza di Tricca, al quale va il nostro riconoscimento per aver dato nuova visibilità alla categoria – ha sottolineato Andrea Fazzuoli -. È anche grazie a lui se sta aumentando la sensibilità verso l’associazionismo da parte dei ristoratori locali. Se riusciamo a promuoverci tutti insieme, sotto il comune denominatore di una ristorazione di qualità o meglio sotto un unico marchio territoriale, abbiamo maggiori possibilità di affermarci sul mercato”.

Formazione, sostegno alle imprese e alleanza con il mondo della produzione agroalimentare sono i cardini del programma di lavoro di Fazzuoli.

“La formazione e l’aggiornamento continuo sono necessari per avere servizi di eccellenza – prosegue il neoeletto -. Ci piacerebbe che i giovani aretini sfruttassero le opportunità di lavoro offerte dal nostro settore, invece si fa ancora fatica a trovare persone qualificate per certe mansioni, soprattutto quelle più alte come lo chef, e i locali finiscono per cercare fuori provincia. Per questo continueremo a collaborare con l’Accademia del Gusto per formare nuovi addetti”.

“Le nostre imprese dovrebbero poi contare su contratti di lavoro più flessibili, che tengano in considerazione certe peculiarità del nostro settore, come la forte stagionalità, pur nella piena tutela dei lavoratori. Penso ai contratti a chiamata, che hanno un doppio vantaggio: le imprese possono contare su personale aggiuntivo solo quando ne hanno effettivamente bisogno, come nel fine settimana, ottimizzando i costi di gestione, e i lavoratori possono permettersi di affiancare questa attività con lo studio o con altra occupazione”.

“L’altro punto fondamentale – sottolinea – è la stretta collaborazione di tutti gli anelli della filiera alimentare, per dare ai consumatori piatti composti con i prodotti del territorio, freschi, di origine certificata e con prezzi equilibrati. L’idea è di lanciare ‘menù del territorio’ a costi contenuti, ma dovremo lavorare insieme agli agricoltori e agli allevatori per raggiungere precisi accordi economici”.

“La richiesta del mercato in fatto di ristorazione è sempre più esigente. Gli aretini, che provengono da una solida tradizione enogastronomia, hanno un palato allenato a sapori genuini, e anche gli stranieri si stanno facendo sempre più raffinati: se un tempo si accontentavano di spaghetti e insalatone, adesso amano scoprire le specialità del luogo, accompagnate da un buon vino”, conclude il presidente Fazzuoli. L’epoca del cappuccino sorseggiato davanti ad un piatto di pasta, per fortuna, sembra essere tramontata.