MILANO – Domani, sabato 26 luglio 2008 alle ore 16.30 su Retequattro va in onda il film-documentario “Il risveglio del silenzio” tratto dal film “The beckoning silence” a sua volta tratto dall’omonimo libro del famoso alpinista Joe Simpson. Nel film si parla della cima della parete Nord dell’Eiger invitando gli scalatori ad una ascesa spesso mortale. Simpson è la voce narrante che accompagna il protagonista in un viaggio interiore attraverso un dramma che sarerebbe potuto essere il suo.Nel raccontare il tragico tentativo di conquista della parte Nord fatto nel 1936 da Toni Kurtz e dai suoi tre compagni, l’alpinista inglese riflette con profondo coinvolgimento e immedesimazione sulla dimensione del rischio estremo, sul perchè del richiamo e della seduzione che una parte perennemente ghiacciata, mai toccata dal sole, perfettamente liscia e scivolosa in lunghi tratti, può esercitare su giovani sani, vitali, innamorati della vita e consapevoli del fatto che basta un piccolo errore o uno scherzo del caso a togliergliela. Non c’è una risposta, neppure Simpson sa darla; riesce solo a ricordare con ammirazione e rimpianto i 60 alpinisti morti, immolati sull’Eiger prima che la sua tremenda parete Nord venisse conquistata nel 1938 da due alpinisti tedeschi. Una perfetta la ricostruzione del dramma che resta a lungo nella memoria e nel cuore per quel corpo quasi del tutto congelato ma ancora cosciente, penzolante nel vuoto a pochi metri da una salvezza rivelatasi impossibile.

Argomento di forte attualità dopo le recenti scomparse di altri alpinisti durante le loro ascese.
Nel giorno del salvataggio dei due alpinisti italiani dispersi per 10 giorni sul Nanga Parbat, sull'Himalaya, un olandese e i suoi tre figli sono morti il 24 luglio 2008, precipitando dal Mont Dolent (3.800 metri), sul massiccio del Monte Bianco, al confine tra Francia, Italia e Svizzera.