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Un busto in bronzo in ricordo di Gianfranco Barulli

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Un busto in bronzo in ricordo di Gianfranco Barulli

AREZZO – Il busto in bronzo collocato da questa mattina davanti al Centro Oncologico di Arezzo, raffigurante Gianfranco Barulli, materializza una presenza che non è mai venuta meno, nemmeno dopo la sua scomparsa. Il Calcit non sarebbe oggi quell'organizzazione che è senza la caparbietà, l'intelligenza, la forza di animo che per quasi trenta anni Barulli ha profuso nella guida del comitato.
Per combattere quel nemico, il tumore, Barulli non si è fermato davanti a nessun ostacolo: non lo ha fermato la burocrazia, i costi o le difficoltà nel conciliare esigenze, a volte contrastanti, delle diverse amministrazioni.
Alla fine Barulli stesso è stato vinto dal male, ma oggi, in questa nostra terra, il tumore fa meno paura, proprio grazie alla crescita che anche il Calcit, assieme alla Asl, ha dato all'oncologia, fornendole strumenti, strutture, organizzazione e professionisti di grande qualità.

Il monumento, voluto dalla Usl che ha così ritenuto di interpretare il pensiero dell'intera comunità, è stato realizzato dallo scultore Enzo Scatragli: compreso il piedistallo è alto centottanta centimetri, è in bronzo naturale e pesa 20 chilogrammi.
Oltre al direttore generale dell'azienda sanitaria – Monica Calamai ed al presidente del Calcit – Giancarlo Sassoli – hanno presenziato all'inaugurazione del busto in ricordo di Barulli, il Vescovo Mons. Gualtiero Bassetti, il Presidente della Provincia Vincenzo Ceccarelli, il vice sindaco Giuseppe Marconi e rappresentanti delle forze dell'ordine. Presenti, naturalmente, familiari ed amici di Barulli, medici dell'ospedale aretino e numerosi soci del Calcit.

Granfranco Barulli, nato ad Arezzo il 22 dicembre 1930, è deceduto il 22 agosto 2006.
Imprenditore dei settori dell'oreficiera, dell'abbigliamento e dei giocattoli, è stato socio attivo dell'Associazione Commercianti di Arezzo, per la quale ha ricoperto anche incarichi dirigenziali.
Nel 1978 fonda il CALCIT (Comitato Autonomo per la Lotta Contro I Tumori) all'interno dell'Associazione Commercianti. Lo presiede e lo guida fino al 2006, anno della sua scomparsa. Nascono, crescono e si moltiplicano anche in altre parti d'Italia, i “mercatini dei ragazzi”, forme uniche per diffondere fra i giovani la cultura della lotta ai tumori, per raccogliere fondi, per coinvolgere migliaia di famiglie. Il Calcit diventa anche il principale ente di beneficenza a cui le famiglie aretine colpite da un lutto devolvono le proprie offerte.
Nel 1995 Barulli viene insignito dell'onorificenza di Commendatore.

Intervento del Direttore Generale della USL, Monica Calamai, in occasione delle celebrazioni del 30° anniversario del C.A.L.C.I.T.
Ci sono uomini e idee che non muoiono mai. Gianfranco Barulli, per la comunità aretina, accomuna queste due espressioni. Non da solo, ma certamente come guida forte e decisa del Calcit, ha costretto tutti a fare i conti con una realtà difficile come il cancro. In trenta anni ha fatto si che questo nemico divenisse meno sconosciuto, meno terribile, meno vincente.

Oggi parlare di cancro fa ancora paura, ma negli aretini c’è la consapevolezza che le strutture sanitarie, anche quelle costruite dal Calcit, con la loro articolazione e organizzazione, sono in grado di dare risposte importanti. Molto spesso vincenti, consentendo non solo alle persone di vivere più a lungo, ma soprattutto di farlo in modo dignitoso, con una particolare attenzione alla qualità della vita.

Il Calcit ha rappresentato e rappresenta una forma unica in Italia di sostegno ad una battaglia che la comunità scientifica conduce, ma che strutture come questa rendono fruibile e vicina a tutti i cittadini.

Al Calcit e sopratutto a Barulli, dobbiamo dire tutti grazie per aver stimolato, a volte “martellato” le istituzioni, affinché adottassero progetti che venivano lanciati con il contributo di tutta la città, ad iniziare dai bambini con i colorati e vivaci mercatini.

Quella di oggi non è una commemorazione ad una esperienza “che è stata”, ma ad una azione in corso e in grande sviluppo. La forza del Calcit è stata sempre quella di guardare avanti, porsi continuamente nuovi traguardi, nuovi obiettivi, senza adagiarsi mai sugli allori, sempre pronto a recepire le esigenze più impellenti e le sfide più difficili e complesse, e in molte occasioni, precedere soluzioni poi adottate anche a livello istituzionale.

In 30 anni di attività sono stati portati a compimento progetti ambiziosi, senza i quali la sanità aretina sarebbe stata più povera e gli aretini certamente meno “ricchi” di salute. Nel campo dell’oncologia Arezzo può vantare di essere ai primi livelli in Italia: credo di poter affermare che senza il Calcit non sarebbe così.

Se è doveroso ricordare i due centri oncologici donati agli ospedali, la PET ed i tanti altri sofisticati macchinari di ogni natura, acquistati per essere poi utilizzati nell’ordinaria attività ospedaliera e degli ambulatori, non dobbiamo dimenticare l'istituzione del servizio Scudo: un impegno a seguire i pazienti oncologici presso le loro abitazioni, con un obiettivo che non fissa il termine finale per il suo sostegno.

Anche per questo Gianfranco Barulli continua ad essere fra noi: ha creato e guidato sino all'ultimo giorno un'associazione che non ha solo fatto donazioni di grandissimo valore, ma che ha cambiato le coscienze degli aretini nei confronti del cancro, ed ha formato una squadra che, raccogliendo il suo testimone, sta onorando con grande generosità i progetti di questo amico di Arezzo.