Home Cronaca Abruzzo: Il Papa, ‘Ora case e chiese solide in nome delle vittime’

Abruzzo: Il Papa, ‘Ora case e chiese solide in nome delle vittime’

0

L'AQUILA – E' iniziata nel segno del maltempo la visita del Papa in Abruzzo. La forte pioggia e le raffiche di vento hanno infatti costretto Benedetto XVI a raggiungere le zone terremotate non più in elicottero ma in auto, provocando circa un'ora di ritardo sul programma. Prima tappa: Onna, il paesino quasi completamente distrutto dal sisma. .

"Sono venuto di persona in questa vostra terra splendida e ferita, che sta vivendo giorni di grande dolore e precarietà, per esprimervi nel modo più diretto la mia cordiale vicinanza", ha affermato Ratzinger che ha voluto idealmente "abbracciare con affetto uno ad uno" la gente della tendopoli. Quindi il Papa ha voluto elogiare la forza d'animo che stanno dimostrando: "Ho ammirato il coraggio, la dignità e la fede con cui avete affrontato anche questa dura prova. Ora, come in passato, non vi siete arresi, non vi siete persi d'animo. C'è in voi una forza d'animo che suscita speranza''. E ha citato un detto popolare caro agli vostri anziani abruzzesi: "Ci sono ancora tanti giorni dietro il Gran Sasso".

Per il Papa la terra dell'Abruzzo, anche in nome delle persone morte sotto le macerie, deve tornare ad ornarsi di case e di chiese belle e solide. ''Il Papa è qui, oggi tra di voi – ha detto Benedetto XVI – per dirvi anche una parola di conforto circa i vostri morti: essi sono vivi in Dio e attendono da voi una testimonianza di coraggio e di speranza. Attendono – ha aggiunto – di veder rinascere questa loro terra, che deve tornare ad ornarsi di case e di chiese, belle e solide. E' proprio in nome di questi fratelli e sorelle che ci si deve impegnare nuovamente a vivere facendo ricorso a ciò che non muore e che il terremoto non ha distrutto: l'amore''.

Benedetto XVI, lasciata la frazione di Onna, è poi giunto alle porte de L'Aquila, alla Basilica di Collemaggio, il monumento artistico e religioso simbolo del capoluogo aquilano. Il Pontefice è entrato nella chiesa, puntellata dopo i crolli dovuti alle scosse del terremoto, per compiere un gesto altamente significativo: ha donato il suo Pallio, che gli fu imposto nella celebrazione di inizio del suo pontificato, alla Basilica, ponendolo sopra l'urna con le reliquie del Santo Celestino V, il 'Papa del gran rifiuto' particolarmente venerato dalla popolazione abruzzese.

Con il Pontefice, affiancato dall'arcivescovo de L'Aquila, Giuseppe Molinari, anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. Dopo il breve raccoglimento in preghiera, Benedetto XVI lasciata la Basilica è si è diretto nel centro cittadino, per una breve sosta davanti all'area della casa dello studente. Qui, sotto una leggera pioggerellina, il Pontefice ha abbracciato una rappresentanza degli studenti, ha stretto le loro mani, si è informato e ha ascoltato le loro storie sul tragico crollo causato dal sisma e sulle vittime che ha provocato.

Tappa poi a Coppito dove, nei locali della Scuola della Guardia di finanza ha incontrato le autorità civili, le comunità religiose e una rappresentanza dei soccorritori. Nel vasto piazzale, per l'incontro con la popolazione abruzzese colpita dal terremoto, campeggiava lo striscione 'Il Cielo e la Terra passeranno, ma le mie Parole non passeranno'. Dalla tribuna coperta, il Pontefice ha quindi rivolto un caloroso e forte ringraziamento a quanti si sono prodigati nell'opera di soccorso. ''Nominarvi tutti mi sarebbe difficile, ma a ciascuno vorrei far giungere una speciale parola di apprezzamento. La solidarietà è un sentimento altamente civico e cristiano e misura la maturità di una società'', ha detto auspicando che l'impegno nell'opera di aiuto e ricostruzione prosegua in modo ben coordinato in modo tale che si trovino soluzioni efficaci per chi sta oggi nelle tendopoli.

''Ho nel cuore – ha aggiunto – tutte le vittime di questa catastrofe: bambini, giovani, adulti, anziani, sia abruzzesi che di altre regioni d'Italia o anche di nazioni diverse''. ''La sosta nella Basilica di Collemaggio – ha detto – mi ha dato modo di toccare con mano il cuore ferito di questa città. Il mio ha voluto essere un omaggio alla storia e alla fede della vostra terra, e a tutti voi, che vi identificate con questo Santo''. ''Inoltre, assai toccante – ha detto ancora il Pontefice – è stato per me pregare davanti alla Casa dello studente, dove non poche giovani vite sono state stroncate dalla violenza del sisma. Attraversando la citta', mi sono reso ancor più conto di quanto gravi siano state le conseguenze del terremoto''.

In un frangente drammatico e tragico come quello del terremoto dobbiamo pregare perché non si affievolisca la fede in Dio, ma allo stesso tempo la comunità civile deve fare un serio esame di coscienza ''affinché il livello delle responsabilità, in ogni momento, mai venga meno. A questa condizione, L'Aquila, anche se ferita, potra' tornare a volare''. ha concluso il Papa prima di recirìtare la preghiera del Regina Coeli.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign