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Austria, Fritzl alla sbarra: ‘Non sono un mostro’

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VIENNA – Ha torturato la figlia per 24 anni. L'ha tenuta come una schiava chiusa nel sotterraneo della sua casa di Amstetten, in Austria, senza mai farle vedere la luce del sole. L'ha violentata a suo piacimento, come ha ammesso durante gli interrogatori, ha avuto con lei sette figli: uno è morto appena nato e ha fatto sparire il cadavere bruciandolo in un forno. Ad un anno dall'orrore scoperto nel paesino austriaco, inizia oggi nel tribunale di St. Poelten il processo a porte chiuse di Josef Fritzl, il 74 enne in attesa di giudizio da fine aprile 2008.

Al termine di cinque giorni di udienze, sembra probabile una condanna all'ergastolo per il 'mostro' di Amstetten, accusato di una serie di reati tra i quali il più grave è l'omicidio di uno dei suoi figli-nipoti appena nato.

Il suo legale, parlando con la Cnn, ha reso noto che Fritzl si dichiarerà colpevole di violenza carnale ed incesto in apertura del processo. Negherà invece le altre accuse, quella di omicidio – relativa alla morte di uno dei bambini avuti da Elisabeth dovuta secondo il procuratore Gerhard Sedlacek a mancanza di cure – riduzione in schiavitù ed aggressione, ha aggiunto il difensore.

La pubblica accusa richiederà per Fritzl l'internamento in una struttura per "delinquenti anormali". Il suo avvocato, Rudolf Mayer, ha chiarito che Fritzl non spera certo di rientrare in famiglia, ma davanti al giudice al quale ha confessato gli orrori commessi ha insistito nel dire: "non sono un mostro". Dopo aver tenuto anche incatenata per mesi sua figlia dall'età di 18 anni, averla minacciata di morte, averle fatto patire la fame insieme ai suoi bambini, Fritzl, secondo il suo legale, "l'amava a modo suo".

Una perizia psichiatrica del tribunale ha dichiarato Josef Fritzl imputabile, quindi in condizioni di sostenere il processo che lo vede sul banco degli accusati per omicidio, stupro reiterato, privazione della libertà, coercizione grave, riduzione in stato di schiavitù e incesto.

Nonostante la curiosità dei media che il caso ha suscitato, saranno probabilmente pochi i dettagli che emergeranno dal processo. Gran parte delle udienze al tribunale di St. Poelten si terranno a porte chiuse per proteggere le vittime che, come il resto della famiglia Fritzl, non testimonieranno in aula.

La principale vittima del 'mostro', la figlia Elisabeth oggi 43enne, lancerà in una testimonianza video le gravissime accuse contro suo padre. Dalle morbose attenzioni ricevute quando era una bambina di appena 11 anni alla descrizione dei 24 anni passati nel sotterraneo di casa, cercando di compiacere il padre-padrone, anche per proteggere figli e figlie che man mano venivano alla luce. Il caso di Amstetten è venuto alla luce il 27 aprile 2008 del tutto casualmente. Autorizzata il giorno prima a visitare la figlia maggiore molto malata in ospedale, Elisabeth alle domande dei sanitari aveva raccontato l'orrore della sua vita.

E' così emersa la tremenda verità dagli interrogatori di Elisabeth. Per molti, all'inizio, fu una riedizione del caso di Natascha Kampusch, la giovane che riuscì a scappare nell'agosto 2006 dalla casa del suo aguzzino, Wolfgang Priklopil, che l'aveva tenuta segregata in casa per otto anni.

Fritzl ha assunto un principe del foro a difenderlo: resta un mistero chi pagherà la parcella di Rudolf Mayer, poiché l'imputato ha oltre 3 milioni di euro di debiti ed è insolvente. Nei giorni scorsi, secondo la stampa austriaca, un'agenzia si sarebbe assicurata l'intervista esclusiva al 'mostro' per un milione di dollari . Al processo i media saranno probabilmente esclusi dalla lettura delle 27 pagine dei capi di imputazione e verranno ammessi solo per la lettura della sentenza.

Di fronte a una giuria composta da 8 persone, saranno due donne magistrato a decidere l'andamento del dibattimento. Una perizia psicologica dovrà decidere se Fritzl può essere giudicato imputabile dal tribunale e dagli otto giurati che venerdì 20 marzo emetteranno il loro verdetto.