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Il consenso informato in chirurgia: una sentenza, una prospettiva

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Il consenso informato in chirurgia: una sentenza, una prospettiva

AREZZO – "Il consenso in chirurgia, una sentenza, una prospettiva": è questo il titolo della Giornata di Studio promossa dal Comitato Etico dell'Azienda sanitaria aretina, in onore di Vittorio Caloni, ed in programma per Giovedi 17 dicembre all'Auditorium A. Pieraccini del San Donato, con inizio alle ore 14,00.
Alla base dell'iniziativa – patrocinata da Provincia, Regione Toscana, Ordine degli Avvocati, Ordine dei Medici e Fondazione Onlus A. Cesalpino – ci sono l'attualità delle tematiche legate al consenso informato in sanità e le implicazioni di carattere etico-deontologico e giuridico conseguenti ad una recente sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione. Una sentenza che, secondo gli organizzatori, può rappresentare una prospettiva di assoluto rilievo nella pratica chirurgica quotidiana e nei rapporti medico paziente.
Parlando di consenso informato, è bene ricordare che in Italia, qualunque trattamento sanitario necessita del preventivo consenso del paziente. Il malato deve avere la possibilità di scegliere, in modo informato, se sottoporsi ad una determinata terapia o esame diagnostico.
Dopo i saluti delle autorità e l'apertura dei lavori da parte del prof. Pasquale Giuseppe Macrì – coordinatore del Comitato Etico Locale – i chirurghi Giuseppe Gotti, Lorenzo Mariani e Fabio Sbrana avranno il compito di "ricordare" il collega Vittorio Caloni, per molti anni alla guida della chirurgia aretina.
Poi, con due specifiche sessioni – medici legali, chirurghi, clinici, avvocati, giuristi, filosofi, bioeticisti e rappresentanti del volontariato – entreranno nel merito dei temi del convegno. Nella prima sessione, sarà presentata la Sentenza della Corte di Cassazione ed evidenziate le problematiche di carattere etico-deontologiche e giuridiche ad essa connesse, mentre nella seconda sessione, gli stessi temi saranno approfonditi all'interno di una tavola rotonda.

La sentenza
Intervenendo sul delicato tema del consenso informato, la Corte di Cassazione,(Sezioni Unite, sentenza n.2437/2008) ha fissato i criteri entro i quali il consenso informato del paziente può ritenersi vincolante.
La Corte sottolinea che nei casi in cui "il medico sottoponga il paziente ad un trattamento chirurgico diverso da quello per il quale era stato prestato il consenso informato, e tale intervento, eseguito nel rispetto dei protocolli, si sia concluso con esito fausto – nel senso che dall'intervento stesso è derivato un apprezzabile miglioramento delle condizioni di salute, in riferimento, anche alle eventuali alternative ipotizzabili, e senza che vi fossero indicazioni contrarie da parte del paziente medesimo – tale condotta è priva di rilevanza penale".
La vicenda riguarda un intervento di laparoscopia operativa su una donna che determinò l'asportazione della tuba sinistra.
"L'intervento demolitorio – scrive la Corte – risultò essere stato una scelta corretta ed obbligata, eseguita nel rispetto della 'lex artis' e con competenza superiore alla media".
Nel processo, l'accusa aveva evidenziato che il consenso non poteva essersi validamente formato perché la donna era stata informata solo della laparoscopia.
La Cassazione, ora, ha dato ragione al medico considerandolo non colpevole per il fatto che, pur avendo sottoposto la paziente ad intervento diverso da quello stabilito, il buon esito dell'intervento stesso non può che escludere la rilevanza penale del fatto.