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Lefebvriani, il mea culpa del Papa

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CITA' DEL VATICANO – ''Mi è stato detto che seguire con attenzione le notizie raggiungibili mediante l'internet avrebbe dato la possibilità di venir tempestivamente a conoscenza del problema. Ne traggo la lezione che in futuro nella Santa Sede dovremo prestar più attenzione a quella fonte di notizie''. E' quanto afferma il Papa (nella foto) nella sua Lettera inviata ai vescovi di tutto il mondo in merito alla revoca della scomunica dei quattro vescovi lefebvriani.

Il riferimento del Pontefice è al caso Williamson e alle sue affermazioni negazioniste che hanno provocato una crisi senza precedenti nella vita della Chiesa. Poco prima infatti il Pontefice afferma: ''Una disavventura per me imprevedibile è stata il fatto che il caso Williamson si è sovrapposto alla remissione della scomunica''.

''Il gesto discreto di misericordia verso quattro vescovi – aggiunge – ordinati validamente ma non legittimamente, è apparso all'improvviso come una cosa totalmente diversa: come la smentita della riconciliazione tra cristiani ed ebrei, e quindi come la revoca di ciò che in questa materia il Concilio aveva chiarito per il cammino della Chiesa''

''Un invito alla riconciliazione con un gruppo ecclesiale implicato in un processo di separazione – spiega il Papa – si trasformò così nel suo contrario: un apparente ritorno indietro rispetto a tutti i passi di riconciliazione tra cristiani ed ebrei fatti a partire dal Concilio – passi la cui condivisione e promozione fin dall'inizio era stato un obiettivo del mio personale lavoro teologico''. Quindi Benedetto XVI conclude: ''Che questo sovrapporsi di due processi contrapposti sia successo e per un momento abbia disturbato la pace tra cristiani ed ebrei come pure la pace all'interno della Chiesa, è cosa che posso soltanto deplorare profondamente''.

A questo punto il Papa rileva che una maggiore conoscenza delle informazioni già disponibili sul web avrebbe potuto evitare la crisi, in tal modo chiama in causa sia pure indirettamente i suoi collaboratori. Ma poi aggiunge: ''Sono rimasto rattristato dal fatto che anche cattolici, che in fondo avrebbero potuto sapere meglio come stanno le cose, abbiano pensato di dovermi colpire con un'ostilità pronta all'attacco''.

Dal canto suo il presidente del Congresso Ebraico Mondiale (Wjc) ha espresso apprezzamento per l'iniziativa di papa Benedetto XVI. "Il papa ha trovato parole chiare e schiette sulla negazione dell'Olocausto da parte del vescovo Williamson e merita apprezzamento per aver ammesso che il Vaticano ha commesso errori nel gestire la faccenda", ha affermato Lauder, citato dal sito del 'Jerusalem Post'. "La lettera del papa contiene i requisiti essenziali per il dialogo interreligioso: onestà e desiderio di affrontare lealmente questioni difficili – ha proseguito il presidente dell'organizzazione con sede a New York – L'angoscia che ha dichiarato di aver provato dopo le frasi con cui Williamson ha negato l'Olocausto riflette la stessa sofferenza che hanno provato gli ebrei di tutto il mondo a causa della questione".

"Ricambiamo le parole (del papa, ndr) di apprezzamento per gli sforzi degli ebrei per ristabilire il dialogo interreligioso e continueremo a lavorare con la Chiesa cattolica per rafforzare ulteriormente la comprensione e il rispetto reciproci", ha concluso Lauder.