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Oltre 400 mila italiani comprano farmaci sul web

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Oltre 400 mila italiani comprano farmaci sul web

ROMA – Oltre 400 mila italiani hanno acquistato, almeno una volta, farmaci online.Un gesto semplice, con una serie di apparenti vantaggi, pubblicizzati dalle mail 'spazzatura' che ogni giorno intasano le caselle postali sul web: nessuna ricetta, confezione discreta, risultati sicuri. Si tratta, però, di medicinali contraffatti.

Cinquemila compresse di Viagra 'taroccato', per un valore di oltre 5 milioni di euro, sono state sequestrate di recente dalla Guardia di finanza e dal Servizio antifrode della Dogana all'aeroporto romano di Fiumicino: erano destinate alla vendita online.

Proprio le pillole antimpotenza sono in cima alla lista dei medicinali venduti su internet. A mettere in guardia dai rischi per la salute che si celano in questo mercato illecito sono gli urologi riuniti a Rimini per l'82esimo Congresso nazionale della Siu (Societa' italiana di urologia). Oltre 1.000 gli specialisti presenti.

"Farmaci come Viagra, Cialis o Levitra – ricorda il presidente della Siu, Vincenzo Mirone – devono essere necessariamente prescritti dal medico, che valuta non solo le reali necessità del paziente, ma anche e soprattutto le sue condizioni generali di salute, l'esistenza di altre patologie e l'opportunità della terapia farmacologica".

La contraffazione riguarda anche altre tipologie di medicinali, come steroidi e anabolizzanti, ma in cima alla classifica dei più copiati restano le compresse nate per combattere i problemi di disfunzione erettile. "Indubbiamente – commenta Mirone – il problema della contraffazione è all'ordine del giorno. Dati della presidenza del Senato rivelano che oltre 400 mila italiani hanno acquistato almeno una volta farmaci online".

Non solo. Secondo una recente indagine condotta dalla European Alliance for Access to Safe Medicines su un campione di oltre 100 farmacie online, il 95,6% dei siti opera illegalmente, il 78% viola norme su copyright e brevetti, il 62% dei medicinali acquistati in rete non è a norma di legge. In un 30% dei casi, poi, il farmaco non viene mai recapitato, con un danno, questa volta, più per il portafoglio che per la salute.

Quando a essere in gioco è invece la salute, "i rischi – spiega l'esperto – sono di diversa natura. Rileviamo una pericolosità legata ai principi attivi, che possono essere assenti, sottodosati, di scarsa qualità o diversi da quelli dichiarati. A seguire, componenti (tecnicamente eccipienti) tossici o tali da interferire con l'assorbimento del principio attivo o, ancora, un cattivo confezionamento".

Nel migliore dei casi, in pratica si assume una 'caramella' priva di sostanze utili a risolvere eventuali problemi, dunque senza alcuna efficacia terapeutica. Ma, visto che il farmaco non ha effetto, ci possono essere "ripercussioni sull'autostima del paziente e un peggioramento di eventuali blocchi psicologici", sostiene Mirone, che conclude: "spesso una semplice mail indirizza l'incauto acquirente verso un sito che cela un'attività di brokeraggio, con operatori che raccolgono gli ordini girando parte degli introiti ai fornitori, in Asia o in altre parti del mondo".

Articlolo scritto da: Adnkronos/Adnkronos Salute