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Play Festival, si inizia con Patti Smith

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Play Festival, si inizia con Patti Smith

AREZZO – Il Play Art Festival 2009 ha aperto i battenti in grande stile: ieri, 1 luglio, piazza della Libertà ha accolto l’attesissimo concerto di Patti Smith, artista di fama internazionale che ha segnato la storia del rock. Il viaggio, tema di questa terza edizione della manifestazione, sembra essere davvero l’elemento portante del concerto: un vero e proprio viaggio nel rock attraverso l’atmosfera e le emozioni che la vibrante voce della Smith riesce ancora a suscitare. L’artista, infatti, ha proposto in chiave acustica brani nuovi, vecchi successi e cover, con il suo storico chitarrista Lenny Kaye, la figlia Jesse al pianoforte, e con la collaborazione del fidanzato di quest’ultima, Mike Campbell, alla chitarra. Un caloroso applauso ha accolto l’artista e Lenny che hanno intonato alle chitarre una malinconica ballata, un omaggio e un saluto a Michael Jackson, scomparso lo scorso 25 giugno. Poi l’atmosfera è cambiata, la Smith ha scherzato con il pubblico e dedicato un’altra ballata alla città di Arezzo. Al terzo pezzo è salita sul palco la figlia Jesse, con la quale ha eseguito un’intensa versione di “Birdland”, teatrale connubio tra recitazione e canto. Sono seguiti ancora vecchi successi come “Kimberly”, che ha visto Jesse esibirsi alle tastiere, l’estatica “Dancing barefoot”, durante la quale la Smith è scesa tra il pubblico a stringere le mani alla calorosa folla balzata in piedi, la solenne e struggente “Pissing in the river”.
In un crescendo sempre più entusiasmante, l’artista ha dedicato al pubblico uno dei suoi pezzi più popolari e di successo “People have the power”, cantata in coro dal pubblico da lei guidato sapientemente, seguita da “Because the night”, brano scritto con Bruce Springsteen, di fronte ad un pubblico ormai scatenato. Dopo una breve uscita di scena, la Smith ha ringraziato il pubblico appassionato e la città di Arezzo e ha regalato altre due canzoni, “Helpless”, di Neil Young, e un altro suo grande successo, “Gloria”, scritto da Van Morrison, in un clima di totale delirio che ha visto i fans più audaci irrompere in prima fila per cercare di salutare l’artista e cantare con lei un’ultima volta. Il concerto lascia la sensazione di aver assistito ad un evento unico e irripetibile, quasi storico all’interno del panorama musicale, capace di coinvolgere e contagiare giovani e adulti e di dimostrare che la buona musica non conosce stanchezza, ma è ancora in grado di emanare la sua energia positiva e di farsi messaggio in un mondo caotico e confuso.

Articlolo scritto da: Maddalena De Donato