AREZZO – Con questa tecnica un 17enne aretino ha messo a segno svariati colpi, infatti, la Questura ha ricevuto almeno tre denunce in merito da altrettanti esercenti.
L’ultimo tentativo nella serata di ieri quando il 17ene si presentava presso un bar del centro e con la solita tecnica ricaricava 2 poste pay per un importo complessivo di 310 euro ed una scheda TIM per 20. Questa volta però il titolare del bar non fidandosi chiamava il 113 facendo intervenire una Volante.
All’arrivo dei poliziotti il giovane declinava quelle che sarebbero risultate false generalità, le stesse di cui si era servito nei precedenti casi già denunciati, e si scopriva che lo stesso aveva fornito un numero di cellulare cui rispondeva un a fantomatica datrice di lavoro che rassicurava circa il futuro pagamento delle somme spese dal minore.
A successivi accertamenti si scopriva che la fantomatica datrice di lavoro altri non era che la madre del minorenne. La stessa, infatti, contattata sull’utenza telefonica cellulare a lei in uso rassicurava circa il fatto che sarebbe passata per saldare il debito, cosa ovviamente mai avvenuta.
I due, madre e figlio, venivano, pertanto, denunciati per truffa in concorso. Quanto al minore, lo stesso veniva denunciato anche per false attestazioni sulla propria identità in quanto all’arrivo della Volante aveva fornito le generalità di persona inesistente.
La vicenda continuava con la perquisizione a casa dei due truffatori ove venivano rinvenute due carte d’identità, intestate a terze persone, che da successivi accertamenti risultavano provento di furto. Per tale ultima vicenda il solo minore veniva denunciato anche per ricettazione.
Infine, nel corso della perquisizione, il minore aveva modo anche di offendere pesantemente e ripetutamente gli operanti per cui veniva denunciato pure per oltraggio a pubblico ufficiale.