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A cinquantanni dalla morte di Fred Buscaglione

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A cinquantanni dalla morte di Fred Buscaglione

AREZZO – GIANCARLO SUSANNA è critico musicale per periodici specializzati e quotidiani quali Mucchio Selvaggio, Rockerilla, Rockstar, Fare Musica e Audio Review. Ha pubblicato per Arcana editore libri su Neil Young, Jeff Buckley, R.E.M. e Coldplay. Ha condotto per molto anni programmi a Radio Radio 1 ed è “una delle voci storiche” di RAI STEREONOTTE. Attualmente collabora con L'Unita' nonché i siti Internet Kataweb Musica e Vitaminic.
A 50 anni dalla morte di Fred Buscaglione, Giancarlo Susanna decide di pubblicare per Arcana Editore "Nientepopodimeno che”.
Lo contattiamo telefonicamente per porgli alcune domande e per ringraziarlo per aver accettato l’invito del PLAY ART FESTIVAL di presentare il Suo libro ad Arezzo domenica 25 luglio 2010 alle ore 18.30 in Piazza San Francesco.

Giancarlo, perché un libro su Fred Buscaglione?
Senza Buscaglione la nostra musica leggera sarebbe senz’altro diversa, e senza il suo genio non avremmo probabilmente avuto Paolo Conte e Vinicio Capossela.

Che cosa rappresentarono le canzoni di Buscaglione?
Nell'Italia che stava velocemente passando dalla fase della ricostruzione postbellica al boom economico, le canzoni di Fred Buscaglione rappresentarono senza dubbio il segno forte del cambiamento: brillanti, ironiche, divertenti, e con quella sfumatura di malinconia sottile che poteva essere intuita solo da chi lo conosceva appieno. La moglie Fatima, ad esempio, e il suo compagno d'avventure preferito, il paroliere Leo Chiosso. Tra le melodie melense di buona parte delle canzonette dell'epoca e il fuoco di fila delle invenzioni dal taglio jazzistico e cinematografico del cantante torinese, la frattura era evidente. Anticipato in parte da personaggi come Alberto Rabagliati e Natalino Otto, Buscaglione ha creato, nel breve periodo del suo grande successo, un immaginario così moderno da reggere all'usura del tempo.

Il tuo libro è ricco di foto, immagini, aneddoti.
Ho deciso di passare in rassegna la vita Buscaglione, i testi delle canzoni, ricercando una ampia galleria di foto, tutti scatti in bianco e nero contraddistinti dall’immancabile bicchiere in mano, dalla sigaretta e dal mitico baffetto.

Che cosa ha significato per te raccontare la vita di Buscaglione?
Ripercorrere la vicenda umana e artistica di Buscaglione e riesaminare le caratteristiche della sua lettura del jazz e del rock’n'roll in chiave tutta italiana, ha voluto dire riscoprire una piccolo tesoro folle e travolgente inventiva. “Non sapete chi sono?” cantava Buscaglione in Whisky facile, “sono Freddy dal whisky facile/son criticabile ma son fatto cosi”. Con la semplicità di un uomo sopra le righe ma non troppo, onesto, leale, appassionato e sorprendente. Un artista nato e non studiato.

Possiamo comunque dire che non hai scelto la via classica della biografia?
Ho preferito una lettura personale, un'ipotesi che racchiude Buscaglione fra quegli italiani che s'innamorarono di un'America mai esperita direttamente, ma non cedettero ad un'acritica colonizzazione culturale e seppero interpretarla con ironia.

Difficile immaginarlo ma Buscaglione da bambino era intento ad ascoltare le fughe di Bach e le arie di Puccini?
L’infanzia di Fred Buscaglione, all’anagrafe semplicemente Ferdinando, è ambientata proprio in un’austera e dimessa Torino del primo Novecento, la “città della fantasticheria”, come la definì Cesare Pavese, per la “sua aristocratica compiutezza, composta di elementi nuovi e antichi”.

Un’esistenza dimessa e tranquilla, con una madre che arrotonda le modeste entrate familiari grazie a lezioni di musica classica. Anche per questo, Nando, che ha una chiara predilezione per note e spartiti, si iscrive al Conservatorio Verdi di Torino prima di capire però che non sono quelli i motivi per i quali gli pulsa il cuore.

“Anziché il violino – scriverà anni dopo – avrei dovuto studiare sassofono, e al posto della musica classica il jazz”. Lascia così il liceo musicale diventa fattorino in un negozio di casalinghi. Ma non abbandona la musica. Diventa presto “Nando ‘d Piassa Cavour”, celebre per l’abilità nello strimpellare la chitarra. Di lì in avanti, inizia una vorticosa e faticosa corsa verso il successo.

Possiamo dire che la morte di Buscaglione chiude un’epoca?
La sua morte avvenuta a pochi passi da Villa Taverna dopo un violento impatto con la ormai celebre Ford Thunderbird rosa, chiude senza dubbio un’epoca. Due giorni dopo, l’anteprima della “Dolce Vita” di Fellini si incaricherà di raccontare una stagione, archiviandola nel bianco e nero del nostro passato prossimo.

Giancarlo ti ringraziamo per la gentilezza e disponibilità.
Grazie a voi.

Ci vediamo al PLAY ART FESTIVAL domenica 25 luglio 2010?
Certamente