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Arezzo Wave e politica culturale ad Arezzo

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AREZZO – Mi ha sorpreso (anche positivamente) l’intervento di Francesco Macrì (PdL) a proposito di Arezzo Wave con l’invito al Sindaco a riprendere i contatti con Mauro Valenti. Ho avuto la ventura di partecipare, nel mio ruolo di Assessore alla Cultura della provincia, alla nascita di Arezzo Wave, che ritenni doveroso appoggiare e sostenere, assieme a Paolo Nicchi (che ne fu l’entusiasta sponsor istituzionale ). Ricordo ancora lo scetticismo anche dei nostri colleghi di giunta e le polemiche, soprattutto da destra, rispetto ad una manifestazione che i cosiddetti fautori dell’ordine e benpensanti vedevano come scandalosa portatrice di droga e di disordini sociali. Per anni, praticamente finché si è fatta, questa polemica ha seguito il festival Arezzowave ad ogni edizione, anche quando la manifestazione si era ormai affermata a livello nazionale e internazionale con importanti riconoscimenti europei. Ai miei scettici colleghi delle amministrazioni della sinistra ricordavo spesso, provocatoriamente, che, andando in giro per il mondo, soprattutto tra i giovani, Arezzo era più conosciuta per Arezzo Wave che per Piero della Francesca!

Ho ritenuto un errore aver perso quella manifestazione. Ci ha rimesso Arezzo e ci ha rimesso il festival, che, allontanandosi dalla sua città natale, sembra aver perso il suo carisma, la sua forza innovatrice, non trovando più una adeguata location.

E’ recuperabile, oggi, tutto questo?

Vorrei sperarlo. Mi piacerebbe. Ma molte cose sono cambiate e non so se è possibile riportare la manifestazione nella nostra città con quella carica di innovazione e di trascinamento giovanile che ha avuto nel passato. Non vorrei che si trattasse di una operazione al ribasso, di ripiego, di riprendersi una manifestazione che nel frattempo è andata esaurendosi ed a disperdersi nel mare delle infinite manifestazioni musicali.

Credo sia giusto riprendere i contatti con Mauro Valenti, di cui ho stima e che ha dato un forte impulso al rinnovamento culturale della nostra città. Ma tutto questo comporta una riflessione più generale e può avvenire solo all’interno di un’analisi complessiva della politica culturale, di tutte le manifestazioni sorte nel frattempo, dei loro risultati e capacità di attrazione.

Insomma affrontare il problema di Arezzo Wave e di un suo possibile ritorno ad Arezzo, significa affrontare in modo laico, aperto, senza pregiudiziali l’insieme della politica culturale da proporre ad Arezzo per il prossimo futuro. Ed è un tema da affrontare e con urgenza. E’ questo da chiedere al Sindaco ed alla Giunta del Comune, magari assieme a quella della provincia, sapendo, come ricorda anche Macrì, che non siamo in tempi di vacche grasse e che abbiamo un governo nazionale in cui il Minstro dell'econom a, il noto Tremonti, sembra ricordare quel gerarca nazista che diceva: quando sento parlare di cultura metto mano alla pistola.

Giorgio Renzi
Sinistra Ecologia Libertà