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Assemblea annuale di Confartigianato Arezzo

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Assemblea annuale di Confartigianato Arezzo

AREZZO – C'erano tutti i massimi rappresentanti delle categorie economiche e delle istituzioni locali alla Borsa merci di Arezzo sabato 19 giugno per parlare del rapporto tra Piccole e medie imprese e sistema bancario. Un rapporto non sempre facile, ma che necessita nel difficile contesto economico, uno sforzo in più per far ripartire l'economia.
Il presidente provinciale di Confartigianato Giovan Battista Donati ha evidenziato che non è poi così vero che piccola impresa significa maggiore rischio per la banca, anzi, le piccole e medie imprese spessissimo hanno una sofferenza creditizia minore nonostante Basilea «che sta diventando un vero e proprio incubo». Questa situazione dipende in buon parte dalla natura stessa della piccola impresa poiché come ha spiegato il prof. Lorenzo Zanni «i piccoli imprenditori mettono in gioco anche i capitali personali» e purtroppo avvengono razionamenti di credito che «non fanno distinzioni tra imprenditori con aziende sane e dinamiche da imprenditori meno virtuosi». «Per le banche – ha aggiunto il presidente Donati – ricevere tante richieste di credito da tanti soggetti diversi permette di spalmare il rischio e di guadagnare sui servizi offerti come per esempio le pratiche». Secondo Donati le Pmi hanno retto meglio sotto il profilo dell'occupazione, un comportamento che «non sarebbe stato possibile senza l'intervento della Regione che ci ha messo 28 milioni di euro» e senza Artigiancredito Toscana, «un'eccellenza dei Confidi in Italia». Da parte sua, il presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Guerrini ha evidenziato come «si debba riscoprire il rapporto diretto tra banca e territorio» come veniva fatto in passato e come fanno le banche di credito cooperativo e le le banche popolari. I consorzi fidi in Italia valgono 750mila imprese iscritte, aumentate del 25% negli ultimi anni, in sostanza, «degli strumenti “antichi” hanno avuto una straordinaria attualità» e hanno permesso di fare una selezione tra «credito impossibile» e «credito facile»; per Guerrini, «serve una via di mezzo che è quella del buon senso».
Il capo divisione struttura e intermediari finanziari della Banca d'Italia Giorgio Gobbi ha voluto spezzare una lancia in favore degli istituti di credito che «rispetto alla crisi del '93 quando chiusero moltissimi istituti, hanno retto meglio» e comunque si devono misurare con una situazione generale nella quale non è facile ottenere credito «ne' per le banche, ne' per il settore pubblico, ne' per le famiglie, ne' per le imprese» e che contrasta con la fase di metà anni '90 caratterizzata da «credito più facile».
Il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani ha osservato come «ogni soggetto istituzionale debba dare il proprio contributo nell'ambito che gli compete per il bene di tutti» e anche il presidente della Camera di Commercio Giovanni Tricca ha auspicato che «non si sprechi l'attuale disponibilità a collaborare fra le categorie economiche e le istituzioni locali per far ripartire il sistema economico». Purtroppo nonostante la volontà di collaborare il presidente della provincia Roberto Vasai si è lamentato dei vincoli imposti agli enti locali – anche quelli virtuosi – dal patto di Stabilità che non permetterà grossi interventi da parte della provincia. Sulla stessa linea l'assessore regionale alle attività produttive Gianfranco Simoncini che ha manifestato il proprio dissenso agli elementi contenuti nella Manovra attualmente in esame in Parlamento. Manovra difesa a spada tratta dal vicepresidente della commissione Bilancio del Senato Massimo Garavaglia, militante tra le fila della Lega Nord che la descrive come l'unica risposta possibile ai vincoli imposti dall'Europa, e auspica «un accordo tra Governo e Abi per evitare che si possa ancora ritirare un Fido in caso in cui il lavoratore vada in cassa integrazione».