AREZZO – "Non bastava una legge elettorale orribile per tenere lontana la rappresentanza politica dai cittadini, un meccanismo perverso voluto dal Pdl e dal Pd toscani. Può ancora definirsi pienamente democratico un voto dove si è costretti a subire liste di nominati senza la possibilità di scegliere l’uomo, la persona?
A questo si aggiunge l’ulteriore dimostrazione di quanto diciamo da tempo: ossia il completo disinteresse del centro sinistra toscano per il territorio aretino. Negli ultimi anni la dirigenza locale del Pd si è resa protagonista del sistematico smantellamento di importanti servizi territoriali a favore di fumose logiche di ‘rete regionale’ che hanno nascosto soltanto il trasferimento delle decisioni e del controllo a Siena e Firenze. Adesso, le scelte fatte dal presidente Rossi seguono la nuova configurazione geografica del potere in Toscana.
Paradossalmente si apre una prospettiva dopo l’esclusione di un aretino dalla giunta regionale: non ci sono più scuse, nessuno ha più padroni a cui rispondere e gli interessi dei nostri concittadini possono finalmente prevalere rispetto agli interessi delle consorterie economiche regionali che la sinistra aretina ha protetto finora. L’occasione è ghiotta, possiamo infatti riaprire molti capitoli: la vicenda dell’Ato e Nuove Acque, la nuova vicenda Lfi e tutto il comparto trasporti, la sanità, le scelte in termini di investimenti regionali in ogni ambito.
Noi pretendiamo che chi ci rappresenta in Consiglio Regionale non sparisca a Firenze come purtroppo spesso è accaduto. I cittadini pretendono che il confronto con i nuovi consiglieri regionali avvenga in maniera diretta e non secondo logiche partitiche o autoreferenziali."