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Caso Ruby, Maroni denuncia pm Fiorillo

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Caso Ruby, Maroni denuncia pm Fiorillo

Milano (Adnkronos/Ign) – "Il ministro Roberto Maroni mi ha denunciato? Lo trovo divertente". All'Adnkronos il sostituto procuratore dei minori Annamaria Fiorillo replica così alla notizia che il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha deciso di denunciarla per diffamazione per le dichiarazioni rese nelle ultime 24 ore dal magistrato nell'ambito del caso Ruby.
Il Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura, che oggi si è riunito dopo aver ricevuto ieri la lettera del pm Fiorillo, ha intanto deliberato di trasmettere copia della stessa nota al Pg presso la Cassazione. Quest'ultimo infatti, come riferisce Palazzo dei Marescialli, ha già avviato il 2 novembre scorso accertamenti conoscitivi sulla vicenda riservandosi all'esito successive determinazioni con richiesta al Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Milano.
Negli uffici della procura di Milano porte chiuse e bocche cucite dopo la notizia che il Pg della Cassazione ha avviato un fascicolo conoscitivo sul caso Ruby. O, meglio, sull'ormai famosa notte di maggio trascorsa dall'allora minorenne marocchina in Questura a Milano dopo un fermo per furto. Qualcuno, nei corridoi del palazzo di Giustizia, arriva a dire che è dai tempi di Calvi che il Pg della Cassazione non assumeva un'iniziativa di questo tipo per un'inchiesta condotta a Milano.
E c'è chi suggerisce che, forse, il tema dell'affidamento della ragazza al consigliere regionale Nicole Minetti è stato 'chiuso' troppo in fretta, soprattutto dopo che dal Tribunale dei Minori molte voci parlavano della contrarietà del pm Annamaria Fiorillo a quell'affidamento. La data dell'avvio della procedura in Cassazione, in effetti, non è casuale: il 2 novembre.
Quel giorno, dopo una lunga polemica via-media tra Questura e pm dei minori sull'affido di Ruby, il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati decideva di 'tagliare la testa al toro' e chiudere quello che in fondo sembrava un 'dettaglio' nell'intero caso Ruby e di dichiarare apertamente che "la fase conclusiva dell'identificazione, fotosegnalazione e affidamento della minore", la notte del 27 maggio "era stata operata correttamente".
Una conclusione cui era giunto dopo che il procuratore aggiunto Ilda Boccassini aveva interrogato come testi, uno dietro l'altro Giorgia Iafrate, il commissario capo che gestì la vicenda e che da allora assicura di aver consegnato Ruby alla Minetti con il consenso del magistrato, Pietro Ostuni, capo di gabinetto della Questura che ricevette la telefonata da Palazzo Chigi, e l'ex questore Vincenzo Indolfi.
Non, però, il pm Annamaria Fiorillo, che dice e ripete di non aver mai dato alcun consenso ad un affido che riteneva profondamente sbagliato. Su quel fronte, era l'impressione del momento, alla procura di Milano era sufficiente la relazione inviata dal magistrato e dal capo della procura dei minori.
Ma quella che era sembrata una soluzione 'diplomatica' per risolvere un 'conflitto' che comunque, al momento dei fatti, era stato solo verbale, quindi difficile da risolvere ex post con assoluta certezza, deve essere sembrato forse troppo frettoloso, o lacunoso. Qualsiasi sia la ragione è proprio in quel momento che il Pg della Cassazione ha deciso di aprire, all'insaputa di tutti, un fascicolo per assumere informazioni sul caso. Un fascicolo che viene alla luce oggi dopo che il pm Fiorillo, sentito il ministro Maroni riferire al Parlamento, ha deciso di denunciare la sua verità e smentire la ricostruzione fatta dal ministro anche sulla base delle conclusioni di Bruti Liberati.
Due documenti sul caso Ruby confermano la versione riferita da Maroni, in accordo con quanto dichiarato dal procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati. Due documenti, uno giudiziario e l'altro amministrativo, che il pm del Tribunale dei minori, Anna Maria Fiorillo, troverà al Csm quando sarà chiamata a raccontare come sono andate le cose la famosa notte trascorsa da Karima el Mahrug (Ruby) in Questura.
La prima delle due carte, riporta 'Il Messaggero', è firmata da Giorgia Iafrate, il commissario capo che gestì la pratica dell'affido della ragazza marocchina a Nicole Minetti e di cui, in una relazione scritta, riferisce al suo capo di gabinetto, Pietro Ostuni. Lo stesso che ricevette la chiamata dal caposcorta di Berlusconi e poi la telefonata del premier il quale invitava ad affidare alla Minetti la "nipote di Mubarak". Non se ne fa comunque menzione nella relazione della Iafrate che invece documenta della decisione presa in accordo con il pm Fiorillo, la quale aveva disposto "che la fanciulla venisse affidata presso una comunità per minori in attesa delle successive determinazioni del caso".
Il secondo atto ufficiale è firmato dal presidente del Tribunale dei Minori di Milano Anna Zappia, riporta 'Il Messaggero', ed è l'ordinanza con la quale il 30 giugno 2010 viene negato l'affidamento di Ruby alla figlia di Lele Mora e in cui si conferma l'affidamento alla Minetti non essendoci altre alternative "con l'avviso alla stessa di tenere la minore a disposizione del pm del Minori e di vigilare sul suo comportamento". Impegno disatteso, ma è certo che l'affidamento aveva il nullaosta del pm Fiorillo.
Intervenendo sul caso Ruby, Fabrizio Corona, l'agente dei fotografi dei vip ed ex socio di Lele Mora dice: "Ci sono le fotografie delle feste ad Arcore. Se io avessi continuato a lavorare…". In una pausa del processo milanese che lo vede accusato di una serie di episodi di estorsione e tentata estorsione nei confronti di personaggi del mondo dello sport e dell'imprenditoria, Corona parla anche del caso che coinvolge il presidente del Consiglio. Sulle feste ad Arcore non nasconde che esistono foto, ma spiega: "Non c'è nessun giornale che le avrebbe pubblicate e nessuna agenzia che le avrebbe proposte".

Articlolo scritto da: Adnkronos